(di Aldo Baquis)
(ANSAmed) - TEL AVIV, 24 APR - Abituato ad assumere posizioni
non conformiste, anche oggi lo scrittore israeliano Etgar Keret,
47 anni, prende le distanze dal governo del suo Paese.
Per niente impressionato dal messaggio twitter del premier
Benyamin Netanyahu (secondo cui Hamas predicherebbe il 'dovere
religioso' per gli islamici della uccisione di ebrei) ne' da una
intervista radiofonica del ministro degli esteri Avigdor
Lieberman (che attribuisce al presidente palestinese Abu Mazen
una prassi di 'terrorismo politico') Keret trova invece che
l'accordo siglato ieri a Gaza fra Hamas e Olp racchiuda ''un
significato positivo, nella sua essenza''.
In assenza di un'intesa fra i palestinesi stessi, fa notare
Keret in una intervista telefonica con l'ANSA, Israele non
avrebbe potuto raggiungere alcun accordo significativo con loro,
''nemmeno se Netanyahu avesse trangugiato un litro e mezzo di
spremuta di simpatia''. L'intesa interpalestinese e' dunque un
punto di partenza necessario, ma conduce subito ad un bivio: da
una parte c'è la possibilità che al-Fatah ''si faccia più
Hamas''; e dall'altra che al contrario Hamas ''si faccia più
al-Fatah''. La prima ipotesi gli pare al momento più realistica,
anche perche' Israele col suo atteggiamento ha di fatto
rafforzato fra i palestinesi ''la parte meno tollerante''.
Alla base di tutto, secondo Keret, c'e' un problema di
sfiducia reciproca che ha finora impedito accordi di pace. Un
esempio? ''Nel passaggio di proprietà di un'automobile, se il
venditore ritiene che l'assegno dell'acquirente sia a vuoto e se
l'acquirente pensa che il tachimetro sia stato manomesso, l'
automobile non sarà venduta mai''.
Netanyahu ed Abu Mazen, il venditore e l'acquirente, dominano
l'arena politica ormai da lunghi anni: che impressione ha
ricavato di loro? ''Netanyahu - osserva Keret - non vuole un
accordo con i palestinesi. Non ci crede. Non e' Menachem Begin,
né Yitzhak Rabin, né Ariel Sharon: lui non cambierà idea''.
''Abu Mazen - prosegue - invece non può. Non crede che
otterrebbe il sostegno del suo popolo ad un accordo con Israele.
E' stato costretto ad avvicinarsi a Hamas, per non perdere il
contatto con la piazza''.
A questo punto, a suo parere, sta ai palestinesi convincere
gli israeliani che l'accordo Hamas-Olp non é stato concepito per
far deragliare le trattative di pace. ''E' essenziale - secondo
Keret - che Hamas e al-Fatah riconoscano assieme lo Stato di
Israele. Non ci può essere una trattativa con una organizzazione
che non ti riconosce. Sarebbe un paradosso logico. Questo é l'
a-b-c''.
Al di la' del comportamento delle rispettive leadership
politiche, Keret trova che anche fra i palestinesi e gli
israeliani c'é un senso di demoralizzazione: ''La gente teme i
cambiamenti, l'ignoto. E dunque qui la gente ha un timore
inconscio della pace'': una condizione per loro sconosciuta.
In Italia é appena uscita la traduzione del suo ultimo libro,
'All'improvviso bussano alla porta''. In passato ha scritto un
libro ('Gaza Blues') assieme con Samir el-Yussef, uno scrittore
palestinese residente in Libano. Che umori percepisce dai suoi
colleghi nei Territori? ''Anche fra loro - conclude - avverto
desolazione. Provano animosit° : verso i loro dirigenti, e nei
nostri confronti''. (ANSAmed).
Leggi l'articolo completo su ANSA.it
MO: scrittore Etgar Keret, accordo Hamas-Olp è passo avanti
Riconciliazione positiva. Ma serve riconoscimento di Israele