Rubriche

A Biennale Venezia, la mostra personale di un artista emiratino

Abdullah Al Saadi debutta con Sites of Memory, Sites of Amnesia

Redazione Ansa

ROMA - Con l'avvicinarsi della 60ª edizione della Biennale di Venezia, cresce l'attesa per il debutto della mostra personale dell'artista emiratino Abdullah Al Saadi, dal titolo 'Sites of Memory, Sites of Amnesia' che apre al pubblico il 20 aprile. In rappresentanza degli Emirati Arabi, la mostra di Al Saadi vuole esplorare l'arte contemporanea, immersa nella ricca storia culturale del Paese, scrive il quotidiano emiratino Khaleej Times.
Curata dal direttore del dipartimento performance della Sharjah Art Foundation Tarek Abou El Fetouh, la mostra segna l'ottava partecipazione del Padiglione degli Emirati a Venezia.
Le opere di Al Saadi, figura di spicco della scena artistica contemporanea degli Emirati fin dagli anni Ottanta, comprende pittura, scultura, performance e fotografia, e riflette una mentalità archivistica. Alla Biennale, i visitatori potranno ammirare 8 opere di Al Saadi.
La natura, la storia della famiglia dell'artista, il patrimonio, i viaggi e le storie dell'umanità sono stati protagonisti dell'ampio lavoro di Abdullah Al Saadi. Negli ultimi 40 anni, l'artista si è evoluto, anche se il suo corpo di lavoro ricorsivo continua a fare riferimento a se stesso.
Nato nell'aspro paesaggio di Madha nel 1967 in una famiglia tradizionale, vive e lavora nella maestosa zona montuosa di Khorfakkan, che gli fornisce un'ispirazione inesauribile. Al Saadi ha compiuto viaggi in bicicletta attraverso gli Emirati e all'estero, documentando le esperienze in collezioni simili a cataloghi di dipinti, disegni, diari personali e oggetti.
"La mostra è incentrata sulle opere d'arte che ho realizzato durante i miei viaggi nella natura. Presenta otto opere: due nuove commissionate appositamente per la mostra e sei già esistenti. Uso sempre mezzi diversi e per questa mostra le opere comprendono disegni, dipinti, rocce dipinte, pergamene e altro", ha detto l'artista in un'intervista al Khaleej Times. "Da molti anni ormai racconto i miei viaggi. Ho sentito che era giunto il momento di presentarli al pubblico come un corpo più ampio di lavori cumulativi. Presentare il mio lavoro a Venezia in questo modo è un'opportunità per me di considerare come queste opere si relazionano tra loro e di pensare a ciò che le collega esteticamente e intellettualmente", ha aggiunto.

Leggi l'articolo completo su ANSA.it