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Libia: manifestanti bruciano la casa del sindaco di Derna

Abdulmenam al-Ghaithi sospeso dal suo incarico dopo il disastro

Redazione Ansa

ROMA - Nella tarda serata di ieri manifestanti infuriati hanno dato fuoco all'abitazione del sindaco di Derna, la città libica devastata dalle inondazioni che hanno provocato migliaia di morti. Lo riferisce il Guardian.
Abdulmenam al-Ghaithi era sindaco fino alla scorsa settimana, ma dopo l'alluvione - ha riferito un ministro del governo libico orientale - il primo cittadino di Derna è stato sospeso dal suo incarico. Ieri nella città centinaia di persone hanno protestato sfogando la loro rabbia contro le autorità e hanno chiesto che vengano individuate le responsabilità del disastro che ha cancellato interi quartieri.
Abdulmenam al-Gaithi era stato sospeso in attesa delle conclusioni dell'inchiesta sul disastro provocato dalle inondazioni a Derna in cui si stima siano morte 11.300 persone e disperse altre 10.000, secondo la Mezza Luna Rossa libica. Lo stresso Al Gaithi aveva dichiarato che il numero di vittime poteva raggiungere le 20.000. Secondo il governo di unità nazionale, con sede a Tripoli, le inondazioni provocate dalle piogge torrenziali abbattutesi domenica soprattutto sul nordest del Paese, riporta il Guardian, hanno totalmente distrutto quasi 900 edifici e Derna, dove sono crollate due dighe riversando oltre 33 milioni di litri d'acqua in un solo giorno, hanno parzialmente danneggiato altri 200 edifici e sommerso completamente dal fango altri 400, colpendo in pratica l'intero patrimonio edilizio. La Camera dei Rappresentanti, con sede a Tobruk, si è riunita solo 3 giorni dopo le piogge torrenziali.
Il capo ad interim del Consiglio comunale di Derna, Ahmes Amdrud ha annunciato tre misure per far fronte all'emergenza: la ricostruzione realizzata da imprese estere specializzate, una consulenza tecnica per verificare la tenuta delle dighe e un sussidio per la casa ai colpiti dalle inondazioni. Tuttavia, i primi risultati dell'inchiesta aperta giovedì dalla Procura sul crollo delle dighe attribuirebbero a un errore umano la responsabilità, dopo la comparsa delle prime crepe nel 1999 e la mancata manutenzione negli ultimi decenni. Per cui, secondo l'Onu, di sarebbe potuto ridurre drasticamente il numero di vittime.
Alla fine della settimana scorsa, il capo del parlamento libico con sede nell'est, Osama Hamad, ha affermato che le autorità stavano valutando la possibilità di sigillare l'intera città di Derna, che un tempo ospitava 100.000 persone ed è stata dichiarata zona disastrata, temendo la diffusione di malattie trasmesse dall'acqua. Ieri sera, oltre al sindaco Abdulmenam al-Gaizthi, i manifestanti hanno anche preso di mira alcuni funzionari, tra cui il capo del parlamento libico orientale, Aguila Saleh, durante una manifestazione davanti alla moschea Sahaba, riferisce il Guardian. Alcuni sedevano sul tetto davanti alla cupola dorata, un punto di riferimento di Derna. Il governo della Libia orientale ha dichiarato che il primo ministro Usama Hamad ha licenziato tutti i membri del consiglio municipale di Derna, attualmente sottoposti a indagini. "Aguila non ti vogliamo. Tutti i libici sono fratelli", hanno cantato i manifestanti, chiedendo l'unità nazionale in un paese lasciato politicamente fratturato da oltre un decennio di conflitto e caos.

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