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Usa-Arabia Saudita, serve rimpatrio per jihadisti e famiglie

Segretario Usa Blinken presiede riunione Coalizione anti-Isis

Redazione Ansa

(ANSAmed) - BEIRUT, 8 GIU - Gli Stati Uniti e l'Arabia Saudita hanno oggi invitato i Paesi occidentali a rimpatriare i jihadisti stranieri e le loro famiglie detenuti in Siria e Iraq in campi di prigionia affollati di decine di migliaia di civili, per lo più donne e bambini. L'invito è stato formulato in maniera congiunta dal segretario di Stato Usa Antony Blinken e dal ministro degli Esteri saudita Faysal ben Farhan durante la riunione multilaterale, in corso in Arabia Saudita, dei Paesi membri della Coalizione globale anti-Isis guidata dagli Stati Uniti. È "assolutamente inaccettabile" che alcuni Paesi ricchi e sviluppati non rimpatrino i propri cittadini, ha affermato il ministro degli Esteri saudita citato dai media panarabi.

Rivolgendosi ai rappresentanti dei Paesi occidentali presenti alla riunione, il ministro saudita ha detto: "dovete essere all'altezza, dovete assumervi le vostre responsabilità".

La Coalizione globale anti-Isis riunisce più di 80 Paesi ed era stata creata nel 2014 quando sembrava massima la minaccia militare presentata dall'Organizzazione dello Stato islamico in Iraq e Siria. L'Isis è stato dichiarato sconfitto militarmente in Iraq nel dicembre del 2017 e in Siria nel marzo del 2019. Da allora, migliaia di jihadisti sono stati rinchiusi nelle prigioni del nord-est della Siria gestite dalle forze curde alleate degli Stati Uniti. Analogamente, decine di migliaia di civili, per lo più iracheni e siriani, sono stati ammassati in campi di prigionia nelle stesse aree della Siria nord-orientale.

Nonostante i ripetuti appelli delle autorità curde e americane, molti Paesi occidentali si rifiutano di rimpatriare i propri cittadini, limitandosi a riportare in patria quantità esigue di loro concittadini.

"Il rimpatrio è essenziale per ridurre la popolazione nei campi, come al Hol (in Siria), e nei centri di detenzione", ha affermato Blinken. Se non li rimpatriiamo "rischiano di riprendere le armi", ha avvertito.

Secondo le stime delle Nazioni Unite, l'Isis può contare ancora oggi su 5-7mila tra membri e sostenitori tra Iraq e Siria organizzati in cellule di insorti originari per lo più dalle sofferenti regioni irachene e siriane.(ANSAmed).

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