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Libano: governatore della Banca centrale ascoltato dai giudici

Dopo il secondo mandato di arresto internazionale dell'Interpol

Redazione Ansa

BEIRUT - Il governatore della Banca centrale libanese, Riad Salame, inquisito in 5 Paesi europei e in Libano per illeciti finanziari, è comparso oggi di fronte ai giudici a Beirut. All'indomani della ricezione da parte delle autorità libanesi di un secondo mandato d'arresto internazionale, questa volta da parte della Germania. Secondo fonti giudiziarie, citate oggi dai media di Beirut, il procuratore generale della corte di cassazione, Imad Kabalan, che aveva già ascoltato Salame nei giorni scorsi dopo il primo mandato di arresto internazionale emesso dalla Francia, ha chiesto al governatore di rimanere a disposizione della giustizia.

Nei giorni scorsi la giustizia libanese aveva intimato a Salame di non lasciare il Paese e gli aveva ritirato i passaporti libanese e francese, di fatto assicurandogli la protezione politica necessaria di fronte alle insistenti richieste di Francia e Germania di interrogare il contestato governatore.

Il governo uscente, presieduto da Najib Miqati, non ha preso una decisione rispetto alla vicenda Salame. E gli organi giudiziari che, secondo analisti locali, in Libano sono fortemente influenzati dall'élite politica al potere, hanno fatto sapere che non intendono dare ordine di eseguire i mandati di arresto notificati dall'Interpol.

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