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Ue, partnership operativa con la Tunisia contro i trafficanti

Report Ue al consiglio di lunedì, dal Paese il 60% degli arrivi in Italia

Redazione Ansa

BRUXELLES - L'Unione europea dovrà "raddoppiare gli sforzi" per combattere l'immigrazione illegale in Tunisia, che è esplosa nel corso dei primi mesi del 2023. Ora la Tunisia ha infatti rimpiazzato la Libia come Paese di prima partenza (il 60% degli arrivi in Italia oramai proviene da lì) contribuendo al 164% di aumento del traffico nella rotta Mediterranea centrale nel 2023. Lo sostiene - a quanto apprende l'ANSA - un report del Servizio di Azione Esterna dell'Ue che finirà sul tavolo dei ministri degli Esteri al consiglio di lunedì. Tra le azioni, si propone una missione, definita "partnership operativa", contro i trafficanti.


Il report suggerisce inoltre di aumentare la cooperazione della gestione delle frontiere, i rimpatri volontari, assistenza rinnovata per migliorare le capacità nelle operazioni di ricerca e salvataggio (Sar) nonché, allo stesso tempo, ampliare le vie d'ingresso legali in Europa attraverso il lancio di una "Talent Partnership" entro l'estate, così come concordato con le autorità a livello tecnico.

Il deterioramento delle condizioni economico-sociali in Tunisia ha d'altra parte contribuito a far aumentare le partenze degli stessi tunisini a livelli "senza precedenti", con oltre 21mila richieste di asilo presentate in Europa nel 2022 (rispetto alle 9.600 del 2021). Peraltro con un livello bassissimo di accettazione (il 2%). Il documento menziona con "preoccupazione" la retorica mostrata dal presidente Saied contro i migranti di origine sub-sahariana presenti nel Paese, che ha portato la Banca Mondiale a sospendere i negoziati per il partenariato 2023-2027.

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