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Libri: il bacino maledetto, miniere e marginalità in Tunisia

Pontiggia studia sottosviluppo Gafsa e potere dopo rivoluzione

Redazione Ansa

(ANSAmed) - TUNISI, 26 GIU - "Maledetto sia il fosfato".

Ovvero, quando una risorsa mineraria non produce ricchezza per il territorio, in questo caso la regione di Gafsa in Tunisia, ma marginalità e sottosviluppo. E' il tema al centro di un libro di Stefano Pontiggia, dottore di ricerca in Studi Umanistici e sociali presso l'Università di Ferrara, intitolato appunto "Il bacino maledetto. Disuguaglianza, marginalità e potere nella Tunisia post-rivoluzionaria" (edizioni Ombre corte).

Si tratta di un volume che analizza una delle questioni chiave del processo che portò all'allontanamento del dittatore Ben Ali, sempre presente del resto nel dibattito pubblico tunisino, ossia l'idea secondo cui alcune parti del Paese si siano rivoltate perché marginalizzate, escluse dalla ricchezza e dallo sviluppo.

Tra il 2014 e il 2015 l'autore ha infatti vissuto alle porte del deserto proprio allo scopo di rispondere a domande del tipo: che cosa significa essere marginalizzati in Tunisia? Come si riproduce la marginalità giorno per giorno? Quale peso ha avuto nella storia recente, del Paese e di un'intera regione? Ne esce un ritratto approfondito del modo in cui la presenza dello Stato, le relazioni di potere a livello locale, la struttura sociale e la gestione del territorio concorrono a riprodurre e consolidare disuguaglianze, disoccupazione e una desolante assenza di prospettive.

Spiega l'autore ad ANSAmed che il bacino minerario di Gafsa, già ben descritto nel documentario "Maudit soit le Phosphate" di Sami Tlili, è maledetto proprio a causa dei fosfati che, invece di costituire la ricchezza del luogo, è diventato nel tempo fonte di disagio, crisi sociale, malattia e disoccupazione. "Mi piaceva l'idea di riprendere nel titolo quest'idea, che in realtà mi è stata ripetuta infinite volte dagli abitanti di Redeyef dove ho svolto la ricerca", sottolinea Pontiggia. La marginalità in conclusione, aggiunge, non è un processo di esclusione sociale ma il risultato dell'integrazione di territori e persone in una gerarchia sociale, politica, economica e culturale che privilegia alcuni a discapito di altri. (ANSAmed) Leggi l'articolo completo su ANSA.it