(ANSAmed) - ROMA, 29 MAR - E' tutt'altro che un libro di
nicchia, per cultori della materia, il nuovo libro di Alberto
Negri, inviato del Sole 24 Ore che nell'ultimo trentennio si è
girato tutto il Medio Oriente.
Perché 'Il musulmano errante. Storia degli alauiti e dei
misteri del Medio Oriente' (Rosenberg&Sellier, pp.128, 12 euro)
non racconta solo la storia degli alauiti, svelando qualche
segreto esoterico della minoranza politico-religiosa cui
appartiene il presidente siriano Bashar al Assad, e che per
sopravvivere all'ostilità degli altri musulmani tenne per secoli
ben nascosti riti e libri sacri. Ma è anche un excursus tra la
Siria, il Libano e l'Iran - la 'mezzaluna sciita' ormai
imprescindibile nella geopolitica della regione - con
significativi sconfinamenti in Egitto (culla dei Fratelli
musulmani e dei padri ideologici del jihadismo sunnita) e nella
Libia di Gheddafi.
In Libia scomparve infatti nel 1978 l'imam irano-libanese
Musa al Sadr - che pochi anni prima aveva 'sdoganato' l'eretica
minoranza alauita affermandone l'appartenenza alla famiglia
sciita - in una vicenda tuttora avvolta in un altro mistero,
storico e investigativo, che ha lambito anche l'Italia.
Ma "Il musulmano errante" è soprattutto una riflessione
sulle ragioni profonde che hanno generato e tuttora alimentano
il massacro in Siria - sei anni di guerra civile che il
coinvolgimento delle potenze sunnite regionali ha reso terreno
di conquista per l'Isis e al Qaida - nonché un ragionamento
sulla percezione dell'Islam che prevale in Occidente.
"In realtà - chiarisce l'autore - l'Isis è ignoranza. Se si
risale alla origini si comprende subito che la versione di un
islam unitario contraddice gli eventi." Perché appunto l'Islam
originario - ben lontano da quel modello di unitaria purezza
coltivato dal salafismo e dai mostri che ha generato - "faceva
molti più compromessi con le altre religioni e stili di vita
differenti di quanto non si voglia ammettere". Tanto che un
ancora teorico ma auspicabile "Ufficio propaganda anti-Isis"
dovrebbe convincere il mondo "che minoranze militanti e violente
non possono prevalere sulla maggioranza dei musulmani (1,5
miliardi)", le quali anzi "sono le vittime principali del
terrore e dell'estremismo".
Insomma, insieme alla storia e alla cronaca di alcuni dei
capitoli più drammatici degli ultimi decenni in Medio Oriente,
Negri offre spunti che riguardano direttamente l'Europa ed il
suo difficile rapporto con l'Islam. A partire proprio da una
minoranza come quella alauita che - tassello della natura
"plurale" dell'islam dei primi secoli - in origine era composta
da credenti che, sottolinea, "non andavano in moschea, non
praticavano il ramadan" e addirittura credevano "nella
metempsicosi e nella migrazione delle anime".
L'integrazione nello sciismo maggioritario che poi si fece
potere teocratico in Iran ne trasformò tuttavia la natura, tanto
'eretica' quanto quella degli aleviti turchi: almeno 12 milioni,
questi ultimi, sui 70 milioni che popolano la Turchia di
Erdogan, ufficialmente al 98% sunnita: "musulmani che non hanno
l'obbligo delle cinque preghiere rituali", spiega ancora Negri,
che non pregano in moschea ma in "case comuni dove uomini e
donne senza velo stanno fianco a fianco" e per i quali "la
convivenza tra le fedi è un valore fondamentale".
Anche questo dunque è l'Islam, segnala il saggio di Negri:
una pluralità di voci che, se fatica a trovare spazio nello
stesso mondo musulmano ora messo in scacco dalla 'teologia'
riduzionistica del radicalismo jihadista - dovrebbe spingere
l'Occidente a rifuggire ogni semplificazione di comodo.
(ANSAmed).
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Libri: il musulmano errante di Negri racconta Medio Oriente
Da misteriosi alauiti di Assad alla pluralità negata dell'Islam