(di Francesco Tedesco) (ANSAmed) Napoli, 22 gen - "Quando ho
scritto questo libro nel 2010 sembrava che si fosse avviato un
processo di pace politico in Turchia per noi curdi. Oggi la
situaizone è di nuovo pesante ma molti turchi hanno un
atteggiamento diverso verso i curdi". Così Bejan Matur, poetessa
e scrittrice nata a Moras, nel Kurdistan turco, descrive il
clima attorno a "Guardare dietro la montagna", il libro che è
diventato un caso editoriale in Turchia con oltre 50.000 copie
vendute e che ora esce anche in Italia, edito da Poiesis.
La scrittrice ne ha parlato con gli studenti oggi
all'Università Orientale di Napoli, nell'incontro organizzato
dalla professoressa Lea Nocera. Bejan nel reportage racconta due
diversi momenti in cui è "salita sulle montagne", espressione
con cui i curdi definiscono l'unirsi alla guerriglia. Il
racconto è quello dei giovani del Pkk, tra cui molte ragazze,
che hanno deciso di far sentire la loro voce attraverso le armi,
cercando di costruire una società più giusta nei confronti dei
curdi e anche delle donne, costrette spesso a un ruolo
marginale, anche se la tradizione curda affida proprio a loro la
trasmissione della cultura popolare e della lingua, bandite in
Turchia. Il libro narra incontri, conversazioni, notti negli
accampamenti sulle montagne, durante le quali le giovani curde
si sdraiano in divisa in un mai rilassante dormiveglia. "Uno dei
momenti più forti - racconta ad ANSAmed la Matur - è stato
l'incontro con una mia compagna di università che mi aveva
salutato anni prima dicendomi che partiva. Non sapevo si unisse
al Pkk ma poi l'ho incontrata lì. Aveva cambiato il suo nome in
Mizgin, che vuol dire 'buona novella', non le chiesi il perché
della sua scelta, ci capimmo con lo sguardo, ma prima di andare
via le chiesi 'quando tornerai?'. E la sto ancora aspettando".
Il libro è stato osteggiato anche se non censurato, dal
governo, racconta la scrittrice, che spiega come "quando viene
trovato in casa di una famiglia curda - dice - è considerato
percoloso, mentre se è nella libreria di una famiglia turca è un
segno di apertura al dialogo". E lei stessa continua a
perseguire la pacificazione tra i due popoli, non senza
difficoltà: "Alle presentazioni del libro in Turchia - spiega -
vengono spesso persone che si mostrano violente, infatti vengo
scortata, poi però al termine della conversazione quelle stesse
persone appaiono più calme, aperte ad approfondire il tema
dell'integrazione". Una questione, quella curda, portata
nuovamente all'attenzione del mondo occidentale, per il valore
delle combattenti curde che hanno affrotnato l'Isis nell'assedio
di Kobane. "Un momento importante - spiega la scrittrice - che è
già leggendario. Il contributo delle donne c'era sempre stato ma
non solo in armi. Kobane ha però fatto capire a molti turchi che
quella dei curdi è guerriglia intrisa di valori, ha colpito
l'opinione civica". E così tra le pieghe delle battaglie e delle
scelte estreme, la Matur guarda all'individuo, all'umanità del
singolo: "Quello che viene annullato - racconta - quando si usa
per i membri del Pkk la parola terrorista, che distrugge tutto,
non ti fa vedere le persone".
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Bejan Matur,Racconto Pkk e voglia di pace tra curdi e turchi
Esce "Guardare dietro la montagna",caso editoriale in Turchia