(di Diego Minuti)
(ANSAmed) - ROMA, 20 FEB - Un Paese, il proprio, da
raccontare, senza infingimenti e senza piegarsi ad una logica
salvifica. E' quello che ha fatto (o, almeno, ha tentato di
fare: il giudizio lo lascia ai lettori) lo scrittore marocchino
Habib Mazini che ha scelto di chiamare ''Il patriota
irriconoscente'' (edizioni La Croisée des chemins) il libro con
il quale ha cercato di onorare il suo impegno di raccontare vizi
e virù, pregi e pecche, eccellenze e mediocrità della gente del
Regno, Paese impegnato in una titanica opera di modernizzazione,
che però spesso cade in errori difficili da evitare. La stessa
definizione che si attribuisce, appunto quella di patriota, ma
irrivente, fa capire come Mazini hanno voluto andare al fondo
alla problematica di ''spiegare'' i suoi connazionali e lo ha
fatto con 47 profili (elencati in ordine alfabetico), a simbolo
delle tante facce del Marocco di oggi, che guarda al futuro con
fiducia ed ambizioni, ma che non può certo tagliare i ponti con
il passato. Mazini si occupa di tutto di quello che definisce
il marocchino tipo del XXI secolo:cosa e come mangia, come si
comporta nelle assemblee, il rapporto con il sesso, la
condizione femminile, dando spazio alla hogra, parola con cui si
sintetizza la rabbia che il cittadino medio porta verso il
potere e le sue manifestazioni.
E poi c'è il comportamento dell'automobilista marocchino e di
come esso sia alla base della strage quotidiana sulle strade,
dove le regole che esistono sono sistematicamente ignorate per
il fatto stesso di essere state imposte. La strada, commenta
amaramente Mazini, è oramai una arena che ci si contende a colpi
di ''inciviltà, sputi ed insulti''. Lo scrittore, sempre
intingendo l'ideale pennino nel curaro, fa poi delle corrosive
considerazioni del rapporto dei marocchini con il vino. Che
dovrebbe essere un controsenso, essendo la consumazione degli
alcolici vietata, ma tollerata al punto che la media nazionale
definisce un consumo pro capite di 4,3 litri all'anno. Il
marocchino, per lo scrittore, usa l'alcol ''per affogare i suoi
dispiaceri'' o per ''rinfrescare sentimenti bellicosi''.
Al sito La Vie economique, che lo ha intervistato alla
vigilia dell'uscita del libro, Habib Mazini spiega il perchè di
un titolo così tranchant: ''irriverente non significa insultante
o disilluso. L'irriverenza riflette piuttosto la passione per
l'oggetto, in questo caso il mio Paese. Lo scopo del mio libro è
quello di conciliare il marocchino con il Marocco, l'unico modo
per evitare il disagio lo ci circonda''. E Mazini riserva un
giudizio caustico con alcune figure (medico, giudice, docente
universitario), invitate a ''ristabilire il contatto con i
fondamenti etici della loro professione. Possiamo guarire,
giudicare o insegnare astraendoci dalle realtà sociali e
culturali?''. (ANSAmed).
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Libri: il Marocco del XXI secolo raccontato per personaggi
Habib Mazini disegna pregi e virtù del suo Paese