(di Virginia Di Marco)(ANSAmed) ROMA, 2 MAG - "L'Egitto scrive,
il Libano pubblica, l'Iraq legge": si diceva così un tempo
all'interno della comunità letteraria arabofona. Ma le cose sono
cambiate, e stanno cambiando tuttora. Lo testimonia anche
l'assegnazione dell'International Prize for arabic fiction
(Ipaf) ad Ahmed Saadawi, autore iracheno di 'Frankenstein in
Baghdad'.
Il premio, assegnato lo scorso 29 aprile, è stato accolto dai
colleghi scrittori e compatrioti di Saadawi con gioia, come
testimoniano i numerosi messaggi inviati tramite social network.
"Era ora. Baghdad scrive!", ha twittato per esempio Sinan
Antoon, poeta, romanziere e scrittore. Un commento che esprime
orgoglio per la letteratura irachena: la quale, assicurano
testate e blog di settore, sta vivendo una stagione
particolarmente effervescente. Un risultato che vale doppio se
si considera l'aumento progressivo dell'analfabetizzazione
registrato negli ultimi decenni nel Paese.
Stando ai dati presentati nell'edizione 2013 del Cia World
Factbook (il 'libro dei fatti' pubblicato annualmente
dell'agenzia di servizi statunitense), quasi il 20% degli
iracheni non sa leggere; se si considerano solo le donne, la
percentuale sale a 30%.
"Eppure, in qualche modo, la letteratura irachena continua a
fiorire", assicurano gli autori del blog 'Arablit', che negli
ultimi anni hanno dedicato diversi post a questa tendenza.
"L'alfabetizzazione e il panorama letterario in Iraq, un tempo
una luce brillante nella regione, con percentuali di
alfabetizzati oltre il 90%, hanno sofferto imponenti battute
d'arresto fin dall'embargo degli anni Ottanta", si legge in uno
dei post più recenti. "Ma ultimamente, come ha detto il
romanziere iracheno Inaam Kachaci (uno dei finalisti Ipaf, ndr),
'Stiamo sperimentando un vero risveglio della fiction irachena,
come se noi, gli scrittori, stessimo sforzandoci di cogliere gli
eventi scioccanti che avvengono in Iraq e di monitorarne le
conseguenze secondo il nostro punto di vista'".
Lo stesso Saadawi, all'indomani della vittoria, ha dichiarato:
"L'Iraq è famoso per la sua grande storia in fatto di poesia. Ma
oggi il romanzo è la forma scritta più popolare e, da scrittore,
è anche un modo meraviglioso per discutere varie questioni
sociali, politiche, filosofiche. Spero che questo premio sia un
incoraggiamento per i giovani romanzieri".
Un auspicio che appare ben riposto: proprio tra le nuove leve
della scena letteraria irachena spicca l'appena quarantenne
Hassan Blasim, definito dal 'Guardian' "probabilmente il miglior
autore arabo di fiction vivente". (ANSAmed)
Leggi l'articolo completo su ANSA.it
Iraq: 'Frankenstein in Baghdad' miglior romanzo arabo 2014
Scena letteraria fiorisce, malgrado alfabetizzazione in calo