Rubriche

Iraq: 'Frankenstein in Baghdad' miglior romanzo arabo 2014

Scena letteraria fiorisce, malgrado alfabetizzazione in calo

Redazione Ansa

(di Virginia Di Marco)(ANSAmed) ROMA, 2 MAG - "L'Egitto scrive, il Libano pubblica, l'Iraq legge": si diceva così un tempo all'interno della comunità letteraria arabofona. Ma le cose sono cambiate, e stanno cambiando tuttora. Lo testimonia anche l'assegnazione dell'International Prize for arabic fiction (Ipaf) ad Ahmed Saadawi, autore iracheno di 'Frankenstein in Baghdad'. Il premio, assegnato lo scorso 29 aprile, è stato accolto dai colleghi scrittori e compatrioti di Saadawi con gioia, come testimoniano i numerosi messaggi inviati tramite social network.

"Era ora. Baghdad scrive!", ha twittato per esempio Sinan Antoon, poeta, romanziere e scrittore. Un commento che esprime orgoglio per la letteratura irachena: la quale, assicurano testate e blog di settore, sta vivendo una stagione particolarmente effervescente. Un risultato che vale doppio se si considera l'aumento progressivo dell'analfabetizzazione registrato negli ultimi decenni nel Paese. Stando ai dati presentati nell'edizione 2013 del Cia World Factbook (il 'libro dei fatti' pubblicato annualmente dell'agenzia di servizi statunitense), quasi il 20% degli iracheni non sa leggere; se si considerano solo le donne, la percentuale sale a 30%. "Eppure, in qualche modo, la letteratura irachena continua a fiorire", assicurano gli autori del blog 'Arablit', che negli ultimi anni hanno dedicato diversi post a questa tendenza. "L'alfabetizzazione e il panorama letterario in Iraq, un tempo una luce brillante nella regione, con percentuali di alfabetizzati oltre il 90%, hanno sofferto imponenti battute d'arresto fin dall'embargo degli anni Ottanta", si legge in uno dei post più recenti. "Ma ultimamente, come ha detto il romanziere iracheno Inaam Kachaci (uno dei finalisti Ipaf, ndr), 'Stiamo sperimentando un vero risveglio della fiction irachena, come se noi, gli scrittori, stessimo sforzandoci di cogliere gli eventi scioccanti che avvengono in Iraq e di monitorarne le conseguenze secondo il nostro punto di vista'".

Lo stesso Saadawi, all'indomani della vittoria, ha dichiarato: "L'Iraq è famoso per la sua grande storia in fatto di poesia. Ma oggi il romanzo è la forma scritta più popolare e, da scrittore, è anche un modo meraviglioso per discutere varie questioni sociali, politiche, filosofiche. Spero che questo premio sia un incoraggiamento per i giovani romanzieri".

Un auspicio che appare ben riposto: proprio tra le nuove leve della scena letteraria irachena spicca l'appena quarantenne Hassan Blasim, definito dal 'Guardian' "probabilmente il miglior autore arabo di fiction vivente". (ANSAmed) Leggi l'articolo completo su ANSA.it