(di Daniela Giammusso)
(ANSAmed) - ROMA, 02 APR - Scienza, cultura e design. Per
raccontare l'emergenza climatica che ha investito il mondo
intero (e di fronte alla quale non si può più far finta di
nulla). In un museo, ma a suon di dati. È "Earth bits - Sensing
the Planetary", progetto firmato dallo studio italiano
Dotdotdot, che dal 5 aprile sarà protagonista della riapertura
stagionale (dopo le chiusure per la pandemia) del Maat, il Museo
di arte, architettura e tecnologia di Lisbona.
Un percorso multisensoriale, realizzato con il supporto
scientifico e la collaborazione dell'ESA-European Space Agency,
IEA-International Energy Agency, EDP Innovation e EDP
Sustainability, che fa parte del Maat Explorations, il nuovo
palinsesto di esposizioni, attività didattiche e public program
ideato dalla curatrice del museo portoghese Beatrice Leanza per
approfondire, attraverso punti di vista diversi, i temi più
attuali legati alla trasformazione ambientale. E che attraverso
installazioni multimediali, dataviz (visualizzazione dei dati),
wallpaper digitali, video animati e una speciale consolle
interattiva prova, in modo del tutto inedito, a generare una
presa di coscienza individuale e collettiva sul tema.
"Il nostro punto di partenza era non avere pregiudizi, né
intenti morali", racconta all'ANSA Alessandro Masserdotti,
co-fondatire e Chief Technology Officer del Dotdotdot studio,
che da 16 anni a Milano lavora nel campo dell'interaction design
per rendere più comprensibili e utilizzabili le interfaccia
informatiche. Ovvero, per rendere più accessibili a tutti i
dati. "Siamo entrati nel mondo dei musei e della cultura quando
nessuno si aspettava la tecnologia in quegli spazi", racconta.
Tra i loro clienti, il Museo del '900 di Mestre (VE), il Piccolo
museo del diario a Pieve Santo Stefano (AR), l'Aboca di
Sansepolcro (AR) e, prossimamente, anche la mostra che
racconterà la passione di Raffaello per le grottesche alla Domus
Aurea di Roma.
"Fondamentale per noi - spiega il Cto - è che la fruizione
non sia mai passiva, ma interattiva con lo spettatore".
Soprattutto, quando più è urgente creare "un pensiero critico
rispetto all'impatto dei propri comportamenti sull'intero
pianeta". Visitabile fino al 6 settembre, il racconto di Earth
bits - Sensing the Planetary si snoda così in quattro
installazioni multimediali. Ad aprire è "Power rings", un
dataviz in loop che mostra il consumo di elettricità in
Portogallo nel biennio 2019-2020, raccontando l'impatto delle
restrizioni e delle misure adottate durante il primo lockdown e
come il Covid-19 abbia influito sul fabbisogno energetico del
Paese. Si prosegue con "24Hours: the ecology and energy of our
flux", grande murale illustrato di 12 metri che racconta
meticolosamente, con una serie di illustrazioni dettagliate, i
meccanismi di consumo energetico che stanno alla base di 80
semplici azioni che si compiono abitualmente nel corso della
giornata, da preparare un caffè a controllare Facebook.
Con la consolle "The co2 mixer" si può poi calcolare il
proprio l'impatto energetico sul pianeta, in base al proprio
stile di vita e alle proprie abitudini. Infine, il grande
wallpaper digitale 'dipinto' da dati e immagini "Planet calls"
traduce visivamente l'insieme delle preziose informazioni del
programma satellitare Copernicus dell'Esa, mostrando al pubblico
la correlazione storica tra l'aumento delle emissioni di CO2
generate dalle azioni umane, il riscaldamento globale e le
ripercussioni in atto come inondazioni, scioglimento dei
ghiacciai, innalzamento dei mari, siccità e incendi. "Credo che
questo sarà uno dei futuri possibili per i musei di domani -
conclude Masserdotti -. Oggi il mondo della scienza è
importantissimo e il museo è un connettore tra le persone e la
cultura. Sarà sempre più fondamentale colmare il gap di distanza
tra l'uomo comune e la pioggia di dati ed evidenze di cui siamo
in possesso". (ANSAmed).
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Earth Bits, S.O.S. Terra in mostra a Lisbona
Studio italiano Dotdotdot firma il progetto con Esa e Iea