(ANSAmed) - ROMA, 15 MAR - Lunedì 18 marzo 2019, presso la
Sala della Crociera al MIBAC, si terrà il quarto appuntamento
del Ciclo Classi Aperte promosso nell'ambito del Corso Scuola
del Patrimonio 2018-2020, organizzato dalla Fondazione Scuola
dei Beni e delle Attività Culturali. Massimo Osanna, Docente di
Archeologia dell'Università Federico II di Napoli, partirà
dall'esempio del Parco archeologico di Pompei, di cui è stato
direttore dal 2014 a gennaio 2019, per esplorare il rapporto tra
tutela e valorizzazione, analizzando il ruolo della ricerca nel
patrimonio come elemento capace di coniugare le diverse istanze
legate alle politiche di gestione del patrimonio culturale.
Come tutti gli appuntamenti del Ciclo Classi Aperte -
iniziato il 19 ottobre 2018 con Michele Ainis, proseguito il 17
dicembre 2018 con Silvia Costa e il 14 febbraio 2019 con
Francesco Bandarin - sarà questa l'occasione per affrontare un
tema di particolare rilevanza. Dopo l'introduzione di Carla Di
Francesco, Direttore della Fondazione e già Segretario Generale
MIBAC, il Professor Osanna metterà a fuoco il fatto che per
gestire un sito così complesso è necessario lavorare per la
ricerca di un costante e delicato equilibrio tra gli aspetti di
tutela, conservazione, valorizzazione e pubblica fruizione. E di
come sia per questo inevitabile ripartire dalla conoscenza e
dalla ricerca, cambiando prospettiva sul metodo e sull'approccio
nel rileggere l'intera area archeologica, rinnovando e ampliando
la documentazione fotografica, ridisegnando la nuova mappa del
sito e sviluppando nuovi filoni di ricerca approfondita,
avvalendosi delle metodologie contemporanee. La ricerca
interdisciplinare permette ad esempio di utilizzare droni,
georadar e laser-scanner negli studi che precedono gli scavi,
oppure di avvalersi di esperti per studiare il DNA dei corpi
ritrovati, permettendo di comprendere molti più elementi sulla
società all'epoca in cui tutto si fermò.
Pompei è un ottimo esempio per spiegare l'importanza di un
approccio multidisciplinare nella ricerca archeologica.
L'archeologo, per Osanna, non può operare da solo, ma deve
costantemente confrontarsi con altri archeologi e con geologi,
vulcanologi, paleobotanici, architetti, restauratori, storici
dell'arte, ingegneri. È questo un approccio particolarmente caro
alla Fondazione Scuola del Patrimonio, che attribuisce alla
trasversalità dei saperi e al dialogo tra discipline un valore
fondante per la costruzione dei nuovi profili di competenza nel
settore dei beni e delle attività culturali. (ANSAmed).
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Patrimonio culturale: 18/3, Osanna parla dell'esempio-Pompei
Ex direttore sito esamina rapporto tutela-valorizzazione