ROMA - Dagli antichi mostri di Scilla e Cariddi, a quelli
contemporanei dei "porti chiusi", il Mediterraneo torna a essere
percepito dall'opinione pubblica come un simbolo di paura e
minaccia, le emozioni che il mare suscitava nei marinai di un
tempo anteriore alla modernità. E per alcuni, i mostri da
scacciare sono coloro che il Mediterraneo lo attraversano, su
barconi fatiscenti, alla ricerca di un futuro migliore in Italia
e in Europa. Questi i temi al centro di "Stessa spiaggia, stesso
mare", la personale dell'artista ternano Cristiano Carotti che
alla White Noise Gallery di Roma espone 20 opere fino al
prossimo 22 dicembre.
Curata da Eleonora Aloise e Carlo Maria Lolli Ghetti, "Stessa
spiaggia, stesso mare" comprende opere legate allo studio del
Mediterraneo e dei più recenti flussi migratori che lo stanno
interessando. Il cardine della mostra è l'opera "Seagull SS17":
un pedalò, icona nazional-popolare delle ferie, trasformato in
un mezzo armato, militarizzato, in uno strumento pericoloso,
inquietante e minaccioso, per mostrare la doppia faccia dei
nuovi fenomeni xenofobi legati ai movimenti populisti. Il mezzo
ideale del cittadino qualunque per affrontare un mare nuovamente
pieno di mostri mitologici: i migranti.
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Arte: i 'mostri' antichi e moderni del Mediterraneo a Roma
'Stessa spiaggia, stesso mare' di Cristiano Carotti su migranti