Rubriche

Med 2015: Guigou, senza sviluppo non ci sarà sicurezza

Presidente commissione Esteri Francia,serve Europa forte e unita

Redazione Ansa

(di Patrizio Nissirio)

(ANSAmed) - ROMA, 11 DIC - Contro l' Isis, ma anche come risposta a tutte le gravi crisi dell'area mediterranea, "la soluzione e' sempre politica", anche perche' "non c'e' sicurezza senza sviluppo e non c'è sviluppo senza sicurezza", e accanto all'azione militare necessaria "occorre un partenariato per lo sviluppo per eliminare le cause del rancore e dare prospettive". Lo pensa Elisabeth Guigou, presidente della Commissione esteri dell'Assemblea nazionale francese e presidente della Anna Lindh Foundation, a Roma per la conferenza Med 2015.

Guigou, nel suo intervento alla conferenza e parlando ai margini con ANSAmed su invito della Copeam, ha detto che occorre dunque "usare tutte le leve" contro le tre grandi crisi: quella geopolitica, con le guerre dalla Siria alla Libia, quella umanitaria con le migrazioni, e quella della sicurezza con il terrorismo. "La solidarieta' di fronte a tutto cio' e' fondamentale - ha affermato - per Italia e Grecia, dove arrivano i migranti, ma anche per la Germania, che dà asilo al numero più alto di persone. Ma anche ai paesi del sud mediterraneo che accolgono i rifugiati, per dare scuole ai bambini".

Guigou non sottovaluta però il ruolo della forza militare: "Se non l'avessimo usata oggi Isis sarebbe a Baghdad". E ha ricordato il lavoro della Anna Lindh: oltre 40 paesi del nord e sud del Mediterraneo coinvolti, 4.000 ong, "che danno voce a donne e giovani, radunandoli attorno a valori comuni. Non ci sono solo le immagini negative". La presidente ritiene che "la società civile deve attivarsi su internet, da dove passa gran parte della radicalizzazione, molto più che nelle moschee, almeno in Francia". Infine, uno sguardo all'ascesa del Front National in patria: "E' molto grave, ed è qualcosa che succede in tutta Europa, ma anche sulla sponda sud. Ma noi dobbiamo batterci per i nostri valori. Non voglio un' Europa del filo spinato, ma della solidarietà. Non voglio una mini-Schengen, non è una soluzione. Quello che serve è un' Europa forte unita, solidale, che tratti i paesi del Sud come pari, la spinta unitaria si è invece fermata". (ANSAmed).

Leggi l'articolo completo su ANSA.it