(di Patrizio Nissirio)
(ANSAmed) - LA VALLETTA, 27 mar - Le emittenti radio
televisive pubbliche dei paesi mediterranei possono e devono
svolgere un ruolo fondamentale nel raccontare correttamente le
migrazioni che attraversano il Mediterraneo, con le loro
cruciali implicazioni politiche, sociali ed economiche. E'
questo il messaggio centrale che emerge dalla 22.ma conferenza
della Copeam (Conferenza permanente dell'audiovisivo
mediterraneo), quest'anno organizzata a La Valletta.
Per due giorni, circa 200 rappresentanti delle radio e tv
pubbliche della regione dibattono su come raffforzare e
aumentare la cooperazione tra i media per meglio narrare insieme
l'epocale movimento di genti che sta cambiando profondamente i
paesi, le culture, le sensibilità.
Aperta dai saluti del ministro della Cultura maltese Owen
Bonnici, la sessione inaugurale ha visto la partecipazione, tra
gli altri, della presidente della Rai Anna Maria Tarantola, che
è anche vicepresidente della European Broadcasting Union (Ebu),
del presidente della Copeam Talal el Makdessi, del presidente
della Pbs maltese - tv che ha organizzato questa edizione 2015
dell'assemblea - Tonio Portughese. Tarantola ha ricordato gli
impressionanti numeri della migrazione sulle coste italiane,
sottolineando però che ''dietro ai numeri ci sono gli esseri
umani''. Tarantola ha quindi menzionato la scelta di Rai News di
non mostrare i video dell'Isis per non alimentare la propaganda
voluta dai terroristi. Un concetto ripreso e sottolineato con
forza anche da Mohamed Salem Ould Bouke, direttore generale
della Islamic broadcasting union.
''L'idea fondamentale e' che sull'immigrazione bisogna dire
la verità, tutta la verità e non fare peccato di omissione, come
è stato detto con forza da molti interventi in conferenza -
spiega Pierluigi Malesani, segretario generale della Copeam -
Non ci si può occupare solo di sicurezza e terrorismo e non
parlare dei problemi umani ed economici che ci sono dietro a
queste storie. In questo senso è essenziale fare cooperazione e
non solo parlarne, tra le emittenti pubbliche. Con il
presupposto della conoscenza comune, perchè se non ci conosciamo
non possiamo cooperare''.
Per Talal el Makdessi, presidente Copeam, "come tv pubbliche
possiamo andare al cuore del problema, ovvero: perchè queste
persone lasciano i loro paesi e rischiano tutto? La risposta è
nelle responsabilità dei leader di queste nazioni, che devono
capire le necessità dei loro popoli. E in questo c'e' anche il
ruolo delle tv pubbliche, che per definizione si occupano della
gente, dei loro bisogni. E se non lo fanno loro, chi lo farà, le
tv commerciali?"
L'assemblea annuale della Copeam è anche il momento per le
varie commissioni - che vanno da argomenti come Formazione fino
all'uguaglianza di genere - per fare il punto sulle attività
comuni per l'anno trascorso e su quello che verrà. I lavori
odierni sono stati preceduti ieri sera dalla presentazione di
'The 6th continent', un progetto fotografico di Mattia Insolera
che attraversa il Mediterraneo e dalla premiazione dei
documentari - 'In the name of the father' di Peter Leban e
Tommaso Mania per Rtv Slovenia e 'Halima' di Ahmed Madfai per
Snrt-Marocco - che hanno ricevuto l'Inter-Rives IV
award.(ANSAmed).
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Copeam, raccontare tutti aspetti dell'immigrazione
Messaggio Radio tv pubbliche Mediterraneo in conferenza a Malta