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Mediterraneo:Arlem, città e regioni cruciali su immigrazione

Lebrun, vogliamo attenzione; Masad, situazione insostenibile

Redazione Ansa

(ANSAmed) - ANTALYA, 15 DIC - "Se dovessimo osservare un minuto di silenzio per ciascun migrante morto nel Mar Mediterraneo nel 2014, dovremmo mantenere il silenzio almeno per tre giorni". Con queste parole Michel Lebrun, presidente del Comitato delle Regioni Ue, ha aperto la sesta plenaria dell'Assemblea delle autorità regionali e locali del Mediterraneo (Arlem), riunita ad Antalya, in Turchia.

Le autorità locali e regionali del Mediterraneo sono le prime a fare i conti con il fenomeno dell'immigrazione, che nel 2014 ha visto un boom di sbarchi nel Canale di Sicilia. Un ruolo "chiave" che viene svolto da regioni e città, che per questo motivo chiedono di essere coinvolte nella definizione e attuazione delle politiche su questo fronte, oltre che finanziamenti per le attività di accoglienza e integrazione.

"Ci aspettiamo un'attenzione più forte a regioni e città che accolgono rifugiati e immigrati", ha detto Lebrun, copresidente dell'Arlem, in vista di una riunione ministeriale dell'Unione per il Mediterraneo l'anno prossimo.

"In Turchia ospitiamo due milioni di rifugiati, abbiamo questo dovere dal punto di vista umanitario e spero che altri Paesi accoglieranno rifugiati come noi", ha detto Menderes Turel, sindaco di Antalya. Un Paese che subisce un forte impatto dai profughi siriani è la Giordania. "Non stiamo ricevendo aiuti sufficienti per coprire i costi dell'accoglienza degli immigrati" sottolinea Fawzi Masad, city manager di Amman, in Giordania, il Paese in cui "i rifugiati sono ormai un quarto della popolazione e stiamo costruendo un nuovo campo profughi". "Non possiamo andare avanti così: l'Europa e la comunità internazionale devono fare qualcosa", ha concluso Masad.(ANSAmed).

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