(Di Luciana Borsatti)
(ANSAmed) - ROMA, 12 GEN - Si chiamerà in modo diverso, ma
manterrà lo stesso approccio multilaterale e partecipativo alla
cooperazione euro-mediterranea: un approccio che va oltre
cooperazione bilaterale tra Ue e governi destinatari delle
risorse, per mettere in rete più Paesi del nord e del sud. E
soprattutto più attori, sia istituzionali che della società
civile, favorendo così una ricaduta più vasta dei fondi
investiti, e mettendo in rete anche tecnologie, buone prassi e
competenze.
E' il Programma ENPI CBC Med della Politica europea di
vicinato, che non perde il vizio di presentarsi con gli acronimi
cari al lessico di Bruxelles, ma che anche sotto il nuovo nome
ENI CBC intende tradurre in progetti concreti il confronto a più
voci su esigenze e problematiche comuni dei Paesi partner, sotto
la guida della stessa Autorità di Gestione, la Regione Sardegna.
Tra Egitto, Francia, Italia, Libano, Spagna e Tunisia, per
esempio, si è concretizzato il progetto 'Green Med Initiative',
che negli uffici di Cagliari si considera tra quelli di maggior
successo. Per praticare e soprattutto diffondere la cultura
della gestione dei rifiuti, sono state installate nelle scuole
160 macchine per il riciclaggio della plastica che restituiscono
scontrini-premio ai più assidui. Si prevede di sottrarre così
alla dispersione nell'ambiente circa 20 milioni di tonnellate di
bottiglie e lattine, coinvolgendo nel contempo circa 10 mila
ragazzi in un pratica di educazione ambientale.
Punta invece sulle energie rinnovabili il progetto Foster in
Med, che coinvolge Egitto, Italia, Giordania, Libano, Spagna e
Tunisia: al centro la diffusione di conoscenze sulle migliori
soluzioni tecnologiche per i pannelli fotovoltaici sugli edifici
pubblici, con la partecipazione di università, enti pubblici e
imprenditoria privata. L'obiettivo non è solo la posa in opera
di pannelli compatibili con l'urbanistica, ma una diffusione di
competenze destinata ad andare oltre i primi soggetti coinvolti.
E poi ancora, nel campo della tecnologia applicata al patrimonio
culturale, il video in 3D di 'I AM', che ricrea il vecchio porto
della cittadella medievale di Byblos in Libano. Anche questo si
inserisce tra i circa 20 progetti che hanno finora dato
risultati di eccellenza, in attesa che un'altra quarantina si
concluda con esiti simili e una decina siano pienamente avviati
nei quattro diversi ambiti destinatari che programma, che
includono anche lo sviluppo economico e sociale e la promozione
del dialogo culturale e delle buone pratiche nel governo locale.
Ma vi sono anche progetti che non funzionano, come quelli
bloccati dall'instabilità dei Paesi più investiti dai conflitti,
dal terrorismo, dai flussi di profughi e dall'instabilità
politica che affligge la sponda sud del Med, da Gaza al Libano
ed allo stesso Egitto, che pur partecipa a circa un terzo dei
progetti. "Non si può certo far finta che sia ancora 'business
as usual' - ha detto l'ex ambasciatore egiziano in italia Nehad
Abdel Latif, che partecipa al progetto Enpi fin da quando questo
è nato. ''Non dimentichiamo che a guardare verso di noi ci sono
anche Paesi come la Russia, l'India e l'Iran - ha ammonito - ma
noi siamo vicini nel Mediterraneo, e con interessi
complementari". Cosa che nella definizione delle politiche
europee non viene però compreso, ha evidenziato, pur ribadendo
il suo apprezzamento per le specificità del Programma ENPI-ENI.
Una provocazione raccolta da Renato Soru, ora eurodeputato
ma che da governatore della Sardegna fu coinvolto nello stesso
Programma. "L'Europa ha spostato il suo baricentro a nord - ha
detto - ma deve riscoprire le ragioni stesse della sua nascita,
la volontà di non avere più guerre, un progetto che deve portare
nel Mediterraneo".
Fra i relatori oggi anche il segretario generale dell'Upm
Fathallah Sijilmassi, il segretario parlamentare per la
presidenza maltese della Ue nel 2017 Ian Borg e l'ambasciatore
spagnolo Gabriel Busquet. A presentare le linee programmatiche
per il 2014-2020 la direttrice generale dell'Autorità di
gestione del Programma Anna Catte. (ANSAmed).
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NEXTMED: cooperazione continua, ma non è 'business as usual'
Programma ENPI diventa ENI, ma Med chiede a Ue più attenzione