(dall'inviato Patrizio Nissirio)
(ANSAmed) - Anavyssos (Grecia), 30 set - Un mare minacciato da
rifiuti, pesca eccessiva, traffico marittimo e sviluppo
incontrollato delle coste, che dev'essere sorvegliato
costantemente, per evitare che il degrado lo comprometta piú di
quanto non sia già successo: é il Mediterraneo, oggetto di
costante osservazione da parte degli scienziati del Centro
ellenico per le ricerche marine (Hcmr), che da Anavyssos, sulla
costa ateniese, coordinano le ricerche di altri due centri
(Eraklion a Creta e Rodi, nel Dodecaneso) e sono in costante
contatto con i colleghi di tutta Europa e della sponda sud del
Mediterraneo.
Una ricerca che non solo cerca di individuare agenti
inquinanti e minacce varie, ma che tende a studiare, attraverso
il programma Diversify, quali specie ittiche sviluppare in
acquacoltura per soddisfare la richiesta di pesce del mercato
euromediterraneo. Ad Anavyssos c'è la base operativa, oltre che
di Diversify, dei programmi Perseus - che monitora le acque
marine di Mediterraneo e Mar Nero per dare strumenti a chi
decide le politiche per il mare - e Poseidon, che tiene
d'occhio i dati sullo stato del mare ad ogni livello,
dall'ecosistema alle correnti, al meteo.
Un occhio vigile che ha registrato cambiamenti di temperatura
che tengono i ricercatori in allerta. "Il mare Egeo ha visto la
temperatura crescere di 1,8 gradi negli ultimi 25 anni - dice
Evangelos Papathanassiou, direttore della ricerca all'Hcmr - Il
Mediterraneo e il Mar Nero, in quanto mari chiusi sono piú
sensibili ai segnali di cambio climatico rispetto agli oceani.
In questa area ci sono molti fattori che insieme al cambiamento
climatico rappresentano una minaccia, dall'acquacoltura, al
turismo, ai trasporti, alla pesca. L'88% delle specie
mediterranee sono pescate in misura eccessiva. Abbiamo osservato
specie aliene arrivate dal mar Rosso all'Egeo, specie che prima
erano solo nel Mediterraneo orientale, che ora sono nel nord
dell'Egeo. I rifiuti in mare stanno diventando un problema
emergente, quelli scaricati da un paese finiscono in un altro,
tanto per spiegare l'interdipendenza. La situazione preoccupa,
ma il dato positivo é che la politica, i governi hanno iniziato
ad ascoltare la scienza negli ultimi anni, e questo puó avere un
impatto positivo sulle scelte che si fanno".
All'Hcmr la parola chiave è sostenibilità, e quindi ci si
occupa anche di sviluppo che non comprometta la salute di mari e
coste. Per Constantinos Mylonas, direttore di Diversify,
iniziato nel 2013, la chiave é l'acquacoltura del futuro, che
deve promuovere specie finora poco coltivate nel Mediterraneo
come l'halibut atlentico o il cefalo e che cerca di coniugare
salute, economia e conflitti (per esempio con il turismo, che
non gradisce gli allevamenti davanti alle spiagge). "Oggi il 50%
del pesce consumato nel mondo viene dall'allevamento - dice - Ma
nell'Ue questa percentuale è solo del 10%, mentre il 65% del
pesce consumato viene importato. Le specie già allevate
potrebbero esse incrementate, ma in molti casi il mercato non le
vuole, perchè oggi i consumatori vogliono filetti di pesce e non
pesci con troppe spine, ed inoltre ci mettono molto a crescere.
Certe specie ci mettono tre anni per essere pronte per il
consumo: non è conveniente, se si pensa alla velocità con cui un
pollo arriva al peso utile per la mecellazione e la vendita.
Quindi queste specie 'emergenti' sono ad esempio più grandi, ed
hanno più carne da usare. Oltretutto l'acquacoltura garantisce
su cosa mangiano i pesci, cosa che non succede con quelli
selvatici".
All'Hcmr- che dal 2010, causa crisi riceve solo fondi europei
e non più dal governo greco - ci sono laboratori che analizzano
le acque, ma anche strumenti come boe che raccolgono dati fuori
e dentro l'acqua, o i sensori Argo, che registrano in
profondità, "e che hanno rilevato un aumento di 0,2 gradi in
cinque anni a mille metri di profondità nell'Egeo, un segnale di
possibile impatto del cambiamento climatico", avverte Leonidas
Perivoliotis, direttore scientifico del programma Poseidon, che
accumula ed alabora i dati. E poi fa bella figura di se' Thetis,
il sottomarino usato per scandagliare fino a 600 metri, superato
solo dal piccolo robot Super Achille, che arriva fino ai mille.
(ANSAmed).
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Ambiente: Grecia, al Centro ricerche che vigila sul Med
Hcmr segue inquinamento e meteo, ma anche acquacoltura futuro