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Libano accusa Israele di 'atto ostile' per estrazione gas

Prosegue braccio di ferro per energia nel Mediterraneo orientale

Una veduta d'insieme della frontiera marittima tra Libano e Israele vicino a Rosh Hanikra in Israele

Redazione Ansa

BEIRUT - Le più alte cariche istituzionali libanesi hanno protestato nelle ultime ore dopo che una piattaforma energetica internazionale è giunta a largo della costa israeliana per cominciare i preparativi per l'estrazione di gas naturale in un sito nel Mediterraneo orientale conteso col Libano. Il presidente della Repubblica, Michel Aoun, e il premier uscente, Najib Miqati, hanno definito "una provocazione" e un "atto ostile" l'arrivo della piattaforma Energean Power, attesa da mesi, nell'area del sito di gas naturale Karish, rilevato dagli israeliani ma rivendicato in parte dai libanesi.

Gli Stati Uniti dal 2020 mediano per un accordo tra le parti per la spartizione dei giacimenti di gas naturale nel Mediterraneo orientale. Libano e Israele sono in stato di belligeranza dalla loro rispettiva nascita come Stati formalmente indipendenti più di 70 anni fa. Il Libano, dominato dal movimento sciita armato Hezbollah, non ha finora però accettato di raggiungere un accordo per la spartizione del tratto di mare, rivendicando la sovranità su una più ampia area marittima.

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