(ANSAmed) - TRIPOLI, 2 LUG - Il blocco dei maggiori terminal
petroliferi orientali della Libia, occupati da quasi un anno dal
principale gruppo autonomista dell'est libico che ne impedisce
il funzionamento, potrebbero presto riprendere a funzionare.
La notizia é stata data oggi da un portavoce dell'Ufficio
politico di Barqa (nome arabo della Cirenaica) che ha parlato di
imminente riapertura di Sidra e Ras Lanuf, i due più importanti
porti del Paese ancora nelle mani del gruppo autonomista
dell'est libico. Un evento che dà nuove speranze all'economia
libica, in ginocchio dalla caduta del regime di Muammar Gheddafi
(fine 2011) e dalla successiva quasi totale interruzione
dell'export di greggio.
Un accordo sarebbe stato concluso ieri nella città orientale
di Tobruk (Sidra e Ras Lanuf hanno una capacità totale di circa
500.000 barili al giorno) dal governo libico e dai ribelli che
dallo scorso luglio bloccano 4 dei 9 porti del paese. Per il
momento non c'è stata conferma ufficiale dalle autorità di
Tripoli.
La notizia di una trattativa non è comunque nuova: un'intesa
era stata raggiunta in aprile dal governo di Al Thinni per la
riapertura degli altri due porti orientali "minori" occupati dai
ribelli, quelli di Zuetina e Hariga. L'accordo prevedeva inoltre
che i due più grandi, Sidra e Ras Lanuf, sarebbero stati
''liberati'' nelle successive settimane a condizione che il
governo acconsentisse ad alcune richieste dei ribelli.
I termini finali del compromesso della scorsa notte non sono
peraltro stati resi noti. I negoziati di aprile tra il governo e
l'ufficio Politico di Barqa, il movimento della Cirenaica che ha
imposto il blocco per quasi un anno, hanno visto la mediazione
dei leader tribali. Ma la riapertura di Sidra e Ras Lanuf fu
ritardata dopo la nomina a premier di Ahmed Mitig, sostenuto dai
fondamentalisti ma contrastato invece dal gruppo autonomista.
Tra le richieste avanzate ad aprile, oltre alla creazione di
una commissione d'inchiesta sugli abusi nella vendita di greggio
da parte del governo, figuravano anche il trasferimento del
quartier generale delle forze di sicurezza che proteggono gli
impianti petroliferi nella cittadina orientale di Brega e il
pagamento degli arretrati alle guardie di sicurezza che
bloccavano gli impianti. Il gruppo ha inoltre chiesto al governo
di non perseguire i responsabili del blocco.
Il movimento autonomista è stato costituito dall'ex ribelle
Ibrahim Jadran, in prima linea durante la rivoluzione del 2011
che, con l'aiuto della Nato, portò alla caduta di Gheddafi.
Dalla fine di luglio 2013 il 34enne Jadran, diventato
responsabile delle guardie di sicurezza di alcuni impianti
petroliferi, ha approfittato della sua posizione per guidare le
proteste che hanno bloccato i maggiori porti ed siti di
estrazione del paese accusando il governo di corruzione sulla
vendita di greggio e di marginalizzare l'est. Jadran chiedeva
quindi di trattenere una quota maggiore dei proventi dell'export
e di trasferire le sedi di alcune istituzioni chiave nell'est.
Inoltre pretendeva di indire un referendum sull'autonomia della
Cirenaica.
Il blocco dei porti e la conseguente interruzione della
produzione e delle esportazioni dall'est ha messo in ginocchio
l'economia libica, con perdite per oltre 20 miliardi di euro in
un Paese che dipende primariamente dal petrolio. La produzione è
infatti calata a meno di 200.000 b/g, contro i 1.6 milioni del
periodo gheddafiano. Ora la speranza é che l'attività possa
ripartire, dando un po' di sollievo alla popolazione. (ANSAmed).
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Libia: Cirenaica annuncia fine blocco terminal petroliferi
Sidra e Ras Lanuf verrebbero riaperti. Tripoli non conferma