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Tunisia: studio, 1,7 mld di euro di mancato gettito fiscale

Ites, da settore informale che impiega il 45% della forza lavoro

Redazione Ansa

TUNISI - Lo Stato tunisino ha registrato 5,450 milioni di dinari pari a oltre 1,7 miliardi di euro di mancate entrate fiscali dal settore informale: questo è il principale risultato di uno studio condotto dall'Istituto tunisino di studi strategici (Ites) intitolato "Settore informale: inclusione, transizione e conformità" che mostra anche come le mancate entrate fiscali sono state calcolate sulla base di una stima del valore aggiunto e delle entrate del settore informale e tenendo conto di un'aliquota fiscale media pari alla metà di quella applicata al settore formale.

Su una popolazione attiva di 3,566 milioni di persone nel quarto trimestre del 2019, rivela l'Ites, circa 1,599 milioni di tunisini lavoravano nel settore informale, ovvero il 44,8% della forza lavoro. Le cifre mostrano anche la dimensione della forza lavoro del settore informale in un momento in cui rappresenta il 27,4% del Pil. Un fattore sorprendente è che la produttività del settore formale è solo il doppio di quella dell'economia informale, sottolinea il rapporto. L'inaspettato divario di produttività dimostra che il settore informale non deve essere trascurato considerando il suo contributo all'economia. Con una tale produttività, le entrate del settore informale sono piuttosto elevate, da qui la necessità che contribuiscano alla base imponibile. Il settore informale, sostiene l'Ites, non va considerato come un male che dovrà essere estirpato ma come una situazione transitoria che dovrà essere gradualmente formalizzata. L'economia informale, infatti, è molto eterogenea, comprende operatori economici rurali che non hanno accesso a circuiti organizzati ma anche aziende di successo che vendono parte della loro produzione sul mercato parallelo per evitare le imposte indirette e dirette. I piccoli produttori informali evadono le tasse ma pagano tassi di interesse eccessivi sui microcrediti ottenuti e non beneficiano della previdenza sociale.

In Tunisia, il settore informale ha attraversato diverse fasi: all'indipendenza, il settore informale era importante in relazione alla predominanza del mondo rurale nel Paese. Man mano che il settore pubblico si espanse, il settore informale inizio' a diminuire in termini relativi. Tuttavia, lo sviluppo del settore privato ha generato un'attività industriale offshore che ha potuto vendere parte della sua produzione sul mercato locale per evadere le tasse, che ha generato un nuovo sviluppo di attività commerciali informali. I rivolgimenti politici dopo la Rivoluzione hanno sviluppato queste attività informali che hanno assunto un carattere extraterritoriale, come nel caso del settore del tabacco o degli elettrodomestici. Recentemente, la presa di coscienza da parte dello Stato del deficit di bilancio e della necessità di lottare contro la corruzione, ha limitato l'estensione del settore informale. Ma, sottolinea l'Its, occorre prendere maggiori misure per controllarlo e includerlo gradualmente nei circuiti economici organizzati.

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