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Draghi, presto studio sull'energia, ne parleremo a ottobre

'Sui prezzi i Paesi sono per ora molto esitanti ad agire'

Redazione Ansa

(ANSAmed) - BRUXELLES, 24 GIU - "Sui prezzi dell'energia i Paesi sono molto esitanti ad agire, ho chiesto un Consiglio straordinario sull'energia a luglio ma mi è stato fatto notare che non abbiamo ancora uno studio sul quale discutere. Ecco, ora nella risoluzione finale il Consiglio invita la Commissione a produrre questo studio entro settembre, per poi discuterne nel Consiglio di ottobre". Lo ha detto il presidente del Consiglio Mario Draghi in conferenza stampa a Bruxelles.

"Non mi sento deluso da questo Consiglio. Anzi, non mi aspettavo di poter fissare una data precisa per un rapporto completo sulla questione dell'energia: le cose si stanno muovendo, anche se magari non avvengono rapidamente come uno vorrebbe", ha detto Draghi, aggiungendo che "l'Europa ha un potere di mercato per quanto riguarda il gas che viene dalla Russia via tubo poiché non può andare da nessun'altra parte. E questo potere dovrebbe usarlo con il 'price cap'". "L'obiezione che si fa al 'price cap' è la paura che in risposta la Russia tagli le forniture, ma ormai in Germania stiamo al 50% del flussi. Putin incassa le stesse cifre e l'Ue ha difficoltà immense", ha sottolineato poi il presidente del Consiglio.

"La Commissione ha bisogno di tempo per produrre il suo rapporto, analizzando tutte le misure che servono per moderare i prezzi dell'energia e contemplare una possibile riforma a del mercato dell'energia elettrica. La bolletta - ha spiegato Draghi - è calcolata in parte sul prezzo delle rinnovabili e in parte su quello del gas. L'aumento delle bollette è dovuto molto all'aumento del prezzo del gas, e questo è dovuto a come il mercato dell'energia è stato disegnato anni fa".

Sulle misure messe in campo al momento per calmierare i prezzi, Draghi ha spiegato che "un Paese" ha scelto di agire compensando gli importatori di gas, che importano a prezzo di mercato e distribuiscono a un prezzo più basso grazie ai sussidi pubblici. "Ma grazie alle interconnessioni delle reti in Europa gli altri Paesi vanno a comprare dove costa meno e questo avviene grazie al sussidio di questo Paese". Uno stato di fatto non sostenibile, per Draghi. (ANSAmed).

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