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Federpesca,valore per economia Italia ma flotta va rinnovata

Direttrice Biondo, settore valorizzato da riqualificazione

Redazione Ansa

(ANSAmed) - NAPOLI, 16 MAG - "Il valore prodotto dall'economia del mare, la rilevanza socioeconomica e l'indotto creato sono fattori indispensabili per lo sviluppo del Paese.

Tra i settori che ne sono parte, la pesca ha un'importanza strategica, per la diffusione capillare sul territorio e per il coinvolgimento di due filiere chiave, marittima e agroalimentare". Lo ha detto Francesca Biondo, direttore generale di Federpesca, intervenendo alla tavola Rotonda "Sviluppo della pesca e della filiera ittica" nel corso del Convegno Progetto Mare, organizzato da Confindustria.

"L'attuale crisi internazionale - ha spiegato Biondo - ha posto all'attenzione di tutti il tema dell'autonomia strategica del nostro Paese nell'ambito della quale l'autonomia alimentare riveste un ruolo strategico di cui ancora si parla poco". La necessità di interventi strutturali per il settore, spiegano gli organizzatori in una nota, è evidenziata da due dati rilevanti: la flotta da pesca italiana è tra le più vetuste in Europa (età media dei pescherecci pari a 31 anni) e oltre l'80% del prodotto consumato viene importato. L'autonomia strategica dell'Europa non può prescindere dall'urgente approvazione di un piano strategico dell'economia del mare, che indichi le policy prioritarie necessarie per arrivare al 2050 con un'industria marittima florida, competitiva, verde e digitale. In Italia, per la valorizzazione e la transizione del settore della pesca occorre avviare una strategia concreta per consentire il rinnovo e l'ammodernamento della flotta peschereccia italiana, per colmare gap che incidono sul soddisfacimento della domanda interna, sull'ambiente, sul costo delle produzioni, sulla sicurezza del lavoro a bordo e, quindi, sulla competitività e sostenibilità dell'intero sistema. È anche necessario, sottolinea Federpesca, definire misure gestionali condivise tra i Paesi che hanno accesso agli stessi stock ittici, in quanto la regolamentazione unilaterale dello sforzo di pesca può tradursi nel dumping ambientale, economico e sociale. Infine, occorre promuovere il prodotto ittico italiano tramite campagne volte a sensibilizzare i consumatori all'acquisto e al consumo di prodotti locali, e mediante l'adozione di adeguati sistemi di tracciabilità e autenticazione degli stessi. "Il futuro della pesca passa necessariamente da una riqualificazione dell'intero comparto - ha concluso Francesca Biondo - una flotta tecnicamente moderna, equipaggi preparati, gestione del settore in termini adeguati al valore della produzione, rispetto e gestione del contesto ambientale, valorizzazione del prodotto".(ANSAmed).

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