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Libano: vice premier, ritardi nelle trattative con il Fmi

Paese al collasso attende avvio del 'piano di salvataggio'

Redazione Ansa

BEIRUT - Nessun accordo ancora tra il Libano e il Fondo monetario internazionale (Fmi) per avviare il tanto atteso piano di salvataggio della disastrata economia libanese, travolta da due anni dalla peggiore crisi finanziaria degli ultimi decenni. Il vice primo ministro Saade Shami, incaricato di seguire le trattative tra il governo e l'Fmi a Beirut, ha detto nelle ultime ore che le trattative proseguono ma che "ci saranno dei ritardi" nella tabella di marcia per il raggiungimento di un accordo tra le parti.

Il Fondo monetario internazionale attende da mesi che le istituzioni politiche e finanziarie del Libano trovino un accordo sulle cifre relative alle perdite registrate dal Paese dall'autunno del 2019, momento in cui si è palesata la crisi.

Nel marzo del 2020 il governo libanese ha dichiarato ufficialmente il default finanziario. Ma le organizzazioni finanziarie internazionali e le cancellerie occidentali condizionano ogni tipo di sostegno estero al Libano all'avvio di "riforme strutturali". Queste non possono però prendere il via senza un chiaro consenso interno, inter-libanese, sui dati relativi al fallimento del sistema bancario nazionale.

Secondo Shami le parti libanesi hanno trovato un accordo tra loro e la controversia interna non esiste più. In particolare, ha detto Shami, il governatore della Banca centrale Riad Salame, il ministro delle Finanze Ghazi Wazni e il premier Najib Miqati hanno trovato un'intesa su questo. "Speravamo di arrivare a un accordo con il Fondo monetario internazionale entro la fine di quest'anno, ma ci saranno dei ritardi", ha detto Shami.

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