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Libano: crisi, la lira crolla e segna un nuovo record negativo

E il governo Miqati continua a essere diviso al suo interno

Redazione Ansa

BEIRUT - Nuovo record negativo per la lira libanese: un dollaro statunitense è oggi scambiato a Beirut a 24mila lire locali, ben 16 volte di più di due anni fa, quando si è palesata la peggiore crisi economica e finanziaria vissuta dal paese negli ultimi decenni. Il Libano è in default dal marzo del 2020. E secondo l'Onu l'80% della popolazione residente sopravvive ormai sotto la soglia di povertà.
Nel contesto del fallimento finanziario del paese, la lira ha perso più del 90% del suo valore dall'autunno del 2019. Questo ha causato il deprezzamento dei salari, ormai corrisposti in lire locali e non più in dollari. Questo nuovo ribasso sopraggiunge dopo circa due mesi dalla formazione del tanto atteso nuovo governo libanese, presieduto da Najib Miqati. Ma l'esecutivo non si è mai potuto riunire in consiglio dei ministri a causa del rifiuto dei ministri dell'area politica guidata dagli Hezbollah filo-iraniani di proseguire l'attività di governo fino a che non sarà rimosso il giudice Tareq Bitar, incaricato di condurre l'inchiesta sulla devastante esplosione del porto di Beirut dell'agosto del 2020 (220 uccisi).
A questa crisi se n'è aggiunta un'altra nelle ultime settimane: la reazione dell'Arabia Saudita e dei suoi alleati arabi del Golfo alle dichiarazioni sulla guerra in Yemen da parte del ministro dell'informazione libanese George Qordahi, vicino a Hezbollah.

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