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Libano, crisi: le stazioni di benzina verso la chiusura

Hezbollah accusa governo di cui è parte: 'Negozieremo con Iran'

Libano, la crisi del carburante. Fila ad un distributore di benzina a Beirut

Redazione Ansa

BEIRUT - A causa della penuria di carburante la maggior parte delle pompe di benzina in Libano potranno chiudere nei prossimi giorni. Lo ha annunciato nelle ultime ore il presidente dell'Associazione dei benzinai libanesi, Fadi Abu Shakra, citato stamani dai media di Beirut.

Nel Libano al collasso economico e da quasi due anni stretto nella morsa della sua peggiore crisi finanziaria degli ultimi 30 anni, da settimane scarseggia il combustibile per i veicoli e per alimentare i generatori elettrici, nel contesto di una penuria di elettricità e di altri servizi essenziali.

Dal 2019 la lira locale ha perso circa il 90% del suo valore e gran parte delle merci, tra cui medicine e carburanti, sono importate pagandole in valuta pesante. Le autorità libanesi affermano di non avere più riserve sufficienti in dollari per affrontare queste spese.

Da parte sua, il leader degli Hezbollah libanesi filo-iraniani, Hassan Nasrallah, in un discorso televisivo ha accusato lo Stato libanese, di cui Hezbollah fa parte integrante con ministri, rappresentanti istituzionali sia a livello centrale che locale, di "non essere capace di assumersi le sue responsabilità" e di partecipare alla "umiliazione" a cui sono sottoposti i libanesi, costretti a lunghe code ai benzinai o a non potersi curare senza medicine essenziali. "Noi di Hezbollah siamo pronti ad andare dall'Iran e a negoziare col governo iraniano... compreremo delle navi cariche di benzina e combustibile domestico (mazot) e li porteremo al porto di Beirut", ha detto Nasrallah.

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