(ANSAmed) - TUNISI, 21 OTT - Migliorare le catene del
valore del latte in tutto il Mediterraneo attraverso la
creazione di living lab transfrontalieri e di start-up
specializzate. Questo l'obiettivo del progetto TRANSDAIRY
("TRANSborder Key Enabling Technologies and Living Labs for the
DAIRY value chain"), finanziato dall'Unione europea nell'ambito
del programma ENI CBC Med, che verrà lanciato il prossimo 23
ottobre in videoconferenza.
Il progetto, della durata di 30 mesi, con un budget totale di
3,8 milioni di euro, di cui il 90% a carico dell'Ue, creerà
Living Labs per la filiera del latte, nelle aree delle
biotecnologie e delle Tic. I Living Labs, destinati
principalmente a giovani e donne, sosterranno la creazione di
nuove aziende e attività economiche attraverso l'adozione di
tecnologie emergenti applicate alla filiera del latte dal
livello dell'azienda fino alla consegna ai consumatori. Il
progetto fornirà supporto finanziario per la creazione di
start-up, registrazione di brevetti, pubblicazioni, corsi di
formazione e workshop in un totale di 8 living lab distribuiti
nell'area del Mediterraneo (Italia, Libano, Grecia e Tunisia).
Transdairy, coordinato dall'Università della Campania "Luigi
Vanvitelli", si propone di potenziare il trasferimento
tecnologico tra ricerca, industria e Pmi nei settori delle Key
Enabling Technologies applicate alla filiera del latte,
attraverso la creazione di Living Labs, l'incremento delle
capacità istituzionali e lo sviluppo della market intelligence
per la sostenibilità e il consolidamento degli spin-off.
Il progetto si inserisce in un particolare contesto che ha
visto un'estate rovente di proteste in Tunisia da parte degli
allevatori tunisini. Proteste culminate con la concessione da
parte del Ministero dell'Agricoltura di un aumento del prezzo
del latte. "Certamente, la strada per risolvere i problemi di
questo settore, perlomeno in Tunisia, è quella di aumentare le
produzioni, in quantità e qualità. Questo per dare maggiore
reddito agli agricoltori. Il progetto intende proprio
contribuire in questo. Molti attori italiani della cooperazione
(sia non-profit che privati) sono impegnati in azioni di
cooperazione per migliorare le condizioni dell'allevamento in
Tunisia, con azioni sia co-finanziate dalla Cooperazione
Italiana, sia, come in questo caso, da azioni finanziate dalla
Unione europea", ha spiegato all'ANSA Giuliano Ragnoni di Umbria
Export (Agenzia per l'Internazionalizzazione e la Coooperazione
allo Sviluppo di Confindustria Umbria).
La partnership include istituti di ricerca, organizzazioni
governative e Pmi tra cui, oltre all'Università della Campania
"Luigi Vanvitelli", il Consiglio Nazionale delle
Ricerche-Istituto di Scienze dell'Alimentazione, Kontor 46; per
la Grecia l'Università di Agraria di Atene e l'Istituto di
comunicazione e sistemi informatici; per la Tunisia l'Agenzia
per la promozione degli investimenti agricoli, l'Agenzia per la
promozione dell'industria e dell'innovazione e la Scuola
superiore per ingegneri di Medjez El Bab; per il Libano
l'Istituto di ricerca industriale, Berytech Foundation.
Per gli associati si segnalano per l'Italia, La Romana Farine
e Master & Co srl, per la Tunisia, l'Institut Supérieur de
Biotechnologie de Sidi Thabet (Isbst), l'Université de la
Manouba, l'Office de l'Elevage et des Paturages (Oep),
l'Institut Supérieur des Technologies de l'Information et de la
Communication - Université de Carthage (Istic), per il Libano
l'Università americana di Beirut e Agribator.(ANSAmed). (ANSA).
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Transdairy: progetto Ue per migliorare filiera latte nel Med
Coinvolte Italia, Libano, Grecia, Tunisia