(di Massimo Lomonaco)
(ANSAmed) - TEL AVIV, 25 AGO - "Mi piace pensare che la
presenza del Padiglione israeliano ad Expo 2020 Dubai abbia
favorito in qualche modo l'accordo di pace tra Israele ed
Emirati". Elazar Cohen, commissario del Padiglione nella
manifestazione che, causa Covid, si svolgerà da ottobre 2021 a
fine marzo 2022, esprime così la sua soddisfazione per la
"storica" intesa tra i due Paesi. E non ha dubbi sul fatto che
l'invito ufficiale ad Israele delle autorità del Golfo a
partecipare all'evento sia stato un segnale di quello che poi è
avvenuto.
"Posso immaginare - racconta Coehn in un'intervista all'ANSA
- che la nostra presenza sul posto già da mesi abbia favorito
positivamente la parallela strada politica. Ha infatti
rinsaldato nell'opinione pubblica locale la constatazione che
Israele fa parte del mondo che l'Expo vuole rappresentare. E
soprattutto delle grandi possibilità di scambio tra le nostre
due nazioni".
Cohen è oramai un veterano dell'organizzazione del Padiglione
israeliano ad Expo, visto che è stato commissario anche di
quello a Milano nel 2015. "Ora mi auguro solo - prosegue - che
la firma ufficiale dell'accordo avvenga al più presto e che i
campi di applicazione siano i più ampi possibili". "Ma non c'è
dubbio - insiste - che la notizia dell'accordo è un valore
aggiunto per la nostra presenza che avrà l'effetto di
moltiplicare l'arrivo di uomini di affari, di centri di ricerca
e di cultura, di società private e pubbliche e di aziende
turistiche. E credo che durante i mesi dell'iniziativa non
mancheranno gli uomini politici ai più alti livelli
istituzionali dei due Paesi per dare la massima visibilità
all'accordo stesso".
Cohen, rientrato ieri Israele da Dubai in una spola che dura
da 18 mesi, sottolinea che "tutta la gente incontrata in queste
ore, subito dopo l'annuncio dell'intesa, ha mostrato felicità e
speranza per l'avvio delle nuove relazioni". Del resto, osserva,
fin dalla prima visita "l'atteggiamento delle autorità e della
gente è stato più che amichevole. Io e il mio gruppo abbiamo
sentito l'amicizia e la voglia da parte loro di dare più
significato alla nostra partecipazione ad Expo". A testimonianza
di questa situazione Cohen racconta ancora che "in tutti questi
mesi non c'è mai stato un problema, né dal punto di vista della
sicurezza né da quello dell'accoglienza. Chi tra noi è religioso
ha potuto pregare con la comunità ebraica locale e adempiere ai
suoi obblighi di fede in totale libertà. Mai, ripeto, una forma
di ostilità". Anche lo stesso logo del Padiglione richiama la
comunanza tra ebraico ed arabo, che in Israele è di tutti i
giorni. "Lo slogan 'Verso il futuro' - spiega Cohen - è scritto
infatti in 'aravrit' con la parte superiore in arabo e quella
inferiore in ebraico".
Cohen nutre l'ambizione che il Padiglione possa richiamare,
lungo tutto il periodo, l'8-10% dei visitatori globali, previsti
in 25 milioni. "Sarebbe ovviamente un successo - osserva - come
fu del resto già per l'edizione di Milano. Ma forse in questo
caso l'accordo ci darà una spinta in più". "Infine - conclude -
ci tengo a dire che per noi è un onore e un privilegio essere
accanto al Padiglione Italia. Con il commissario Paolo Glisenti
abbiamo in cantiere una serie di iniziative culturali ed
economiche, a riprova della grande amicizia che ci unisce".
(ANSAmed).
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'Israele a Expo Dubai ha favorito accordo', dice commissario
Cohen, 'Onore essere accanto al Padiglione Italia'