(ANSAmed) - TUNISI, 01 GIU - Nonostante l'emergenza
coronavirus, non si ferma l'attività in Tunisia di Cefa Onlus -
il seme della solidarietà -, qui presente dal 2012 e attiva
attualmente in 12 governatorati, dall'estremo nord ovest del
paese, Jendouba, alla frontiera sud-orientale con la Libia,
Medenine, Gabès con 7 progetti, cofinanziati principalmente
dall'Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo (Aics) e
l'Unione europea, che intervengono in diversi settori. Tra le
priorità, spiega ad ANSA il cooperante Jacopo Granci, figura lo
sviluppo socioeconomico delle aree più emarginate, con
particolare attenzione alla creazione di impiego giovanile, al
finanziamento e all'accompagnamento delle start-up e al loro
inserimento nei circuiti dell'economia sociale e solidale.
Importante è anche il sostegno fornito alla società civile,
volto all'apertura di spazi di dialogo con le istituzioni locali
per il miglioramento delle politiche di inclusione, la
promozione del territorio e la protezione dell'ambiente. Da
quasi dieci anni, inoltre, Cefa provvede all'attuazione di
programmi di assistenza e integrazione rivolti ad individui e
comunità migranti. Nell'ultimo periodo caratterizzato
dall'emergenza Covid-19, Cefa ha rivisto in parte la
programmazione dei propri progetti al fine di sostenere le
comunità in cui opera, ad esempio con la produzione di video
tutorial per mini-formazioni on-line ai volontari delle
associazioni impegnati in prima linea. E soprattutto la
produzione di maschere protettive per personale sanitario ad
opera di gruppo di giovani ingegneri tunisini sostenuti ed
aiutati da Cefa nel corso del progetto Lemma (2017-18). I primi
prototipi - prodotti con tecnologia 3D - sono stati realizzati
in tempi record e testati subito negli ospedali, dove sono stati
approvati da personale sanitario qualificato. Grazie alla
fornitura da parte di Cefa di sei bobine per le stampanti 3D, i
giovani ingegneri di Mahdia hanno potuto produrre - all'interno
del laboratorio di creazione digitale (FabLab) - 300 maschere
protettive e diversi prototipi di valvole per adattare le
maschere da sub ai respiratori. Le maschere e le valvole
prodotte sono state distribuite all'ospedale universitario Taher
Sfar di Mahdia e ad altre unità ospedaliere locali e ambulatori
della regione, in collaborazione con il Commissariato regionale
del Ministero della salute, per ridurre il rischio di contagio
del personale sanitario quotidianamente impegnato in prima
linea. L'iniziativa è già in atto in quattro governatorati dove
si trovano le principali Facoltà di ingegneria del paese
(Mahdia, Sfax, Sousse e Tunisi). Teatro di questa operazione è
stato il laboratorio di creazione digitale FabLab di Mahdia (già
finanziato da Cefa con il progetto Lemma) gestito da giovani
ingegneri dell'associazione ''Pensée nationale libre''
nell'ambito della sua strategia di intervento volta
all'educazione e all'implicazione dei ragazzi in materia di
sviluppo e innovazione tecnologica. Anche nel quadro del
progetto Restart, Cefa sta intervenendo per rafforzare la
risposta all'emergenza Covid-19 in Tunisia, con attività
sostenute nei governorati di Jendouba e Gabès, in collaborazione
con i partner locali - Association Rayhana pour les femmes de
Jendouba e Gabès Action che nascono dai bisogni emersi sul
territorio e rispondono alle necessità identificate dalle
istituzioni e dalla popolazione locale. Tra essi
l'approvvigionamento alimentare degli ospedali, con la fornitura
di pasti a 100 pazienti dell'ospedale regionale di Jendouba.
Nel Governorato di Gabès, l'Associazione Gabès Action, ha
lanciato la campagna di raccolta fondi ''Save Gabes'' per
sostenere economicamente l'attività degli ospedali di Gabès
attraverso l'acquisto di una lista di materiali indicati
dall'ospedale stesso. Sulla base dei bisogni emersi dalla
concertazione con il sindaco del Comune di Gabes, si è
manifestata inoltre la necessità di acquistare dei materiali da
fornire agli operatori ecologici della città in modo da
garantire lo svolgimento delle attività di pulizia nella tutela
della loro salute. E ancora l'attività di sensibilizzazione per
il progetto ''Revitalizzazione di orti scolastici per il
rafforzamento tra l'alimentazione scolastica e la produzione
agricola locale'' governatorati di Kasserine e Kairouane), che
si inserisce nell'asse di Rafforzamento delle capacità del
Programma d'alimentazione scolastica in Tunisia realizzato
dall'Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo
(Aics) in collaborazione con il World Food Programme e Cefa in
Tunisia. Nell'ambito del progetto ''Start Up Tunisia'' Cefa si
impegna a sostenere nei comuni di Tabarka e Ain Dhram 4
associazioni attive nella lotta al Covid. La decisione di
appoggiare le associazioni piuttosto che intervenire
direttamente, é dovuta al fatto che esse sono autorizzate a
circolare liberamente sul territorio per realizzare le proprie
attività. "Questo permette di sveltire procedure e burocrazia (a
cui devono sottostare le Ong per poter operare sul territorio) e
di intervenire in tempi più rapidi in un momento in cui é
indispensabile sopperire alla necessità espresse dalla comunità
al più presto possibile. Inoltre le associazioni lavorano in
coordinamento con le autorità locali e ciò permette di operare
all'interno di un piano comune e omogeneo sul territorio",
conclude Granci. (ANSAmed)
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Tunisia: proseguono attività di Cefa in 12 governatorati
7 i progetti a favore sviluppo socioeconomico