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Moody's, riforme e riserve proteggono l'Egitto dal Covid

Ma agenzia di rating segnala debolezze su debito e società

Redazione Ansa

IL CAIRO - Nonostante debolezze sul fronte del servizio del debito e pressioni sociali, le riforme compiute negli ultimi anni e cospicue riserve in valuta dovrebbero tenere relativamente al sicuro l'economia egiziana dai contraccolpi del coronavirus. E' quanto emerge da un rapporto di Moody's pubblicato il mese scorso e in circolazione in ambienti informati al Cairo.
Le riforme dovrebbero proteggere il rating creditizio del Paese e assicurare un' "elevata crescita"; inoltre una prosecuzione del taglio del deficit delle partite correnti "potrebbe ridurre i bisogni di indebitamento dell'economia" favorendo una "resilienza rispetto a mutate condizioni di finanziamento", sintetizza la "credit opinion" dell'agenzia americana.
Un' "ampia base di finanziamento domestica" rappresentata dal settore bancario e forti riserve in valuta straniera capaci di coprire le importazioni per sei mesi "forniscono cuscinetti contro significative fuoriuscite di capitale dai mercati emergenti" dovute alla pandemia, sostiene il rapporto dell'agenzia di rating. Per contro però il profilo creditizio dell'Egitto è reso "vulnerabile" dalla propria capacità di servire il debito ripagandolo nei tempi e modi previsti, scrive Moody's riferendosi alla "debt affordability" del Paese e prevedendo un rapporto debito-Pil in calo dall'84,2 all'82,6% nell'anno fiscale in corso ma poi destinato a risalire all'83% in quello successivo, che inizia quest'estate.
Inoltre "pressioni sociali" create da disoccupazione soprattutto giovanile e inflazione, combinate a una "persistente suscettibilità per rischi" rappresentati da non meglio precisati "eventi politici", continuano a porre sfide creditizie per l'Egitto, la cui economia in quest'anno fiscale (2019/'20) dovrebbe crescere del 4,4% con una flessione al 2,7% nel prossimo.
Il deficit delle partite correnti è previsto in aumento al 4,5% quest'anno a causa del drastico calo degli introiti turistici e delle rimesse degli emigrati: riduzioni le quali "più che annulleranno" il vantaggio delle minori uscite consentite dal calo del prezzo del petrolio. Una riduzione di questo disavanzo al 3,6% viene previsa da Moody's per l'anno fiscale 2020/'21, emerge ancora dalla "credit opinion".
Sulla base di questa debolezza, Agenzia dà il suo rating più basso ("ca") alla capacità di generare proventi ("fiscal strength") dell'Egitto.
Il dossier non ha fatto in tempo ad includerla, ma il mese scorso c'è stata una nuova richiesta di supporto al Fondo monetario internazionale (Fmi) da parte dell'Egitto per far fronte alla crisi economica causata dal coronavirus.
Il nuovo contributo, chiesto dopo il prestito triennale da 12 miliardi di dollari del 2016, dovrebbe arrivare al 100% della quota dell'Egitto al Fmi, quindi a 2,8 miliardi di dollari, stimano fonti finanziarie. La durata del rimborso è incerta (si parla fra i "tre anni e un trimestre" e i "5-6 anni") e il finanziamento dovrebbe concentrarsi sul sostegno supporto a turismo e aviazione civile. 

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