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Croazia: fallimento formale per cantiere navale di Pola

Pericolo bancarotta anche per cantiere Fiume. Licenziamenti

I cantieri di Uljanik (Foto di Domenico Cacciapaglia)

Redazione Ansa

ZAGABRIA - Dopo quasi un anno di agonia, tra scioperi e tentativi del governo di Zagabria di trovare un partner strategico, oggi è stata formalmente aperta la procedura di fallimento del più grande cantiere navale croato, l'Uljanik di Pola.

La decisione è stata presa dal tribunale di Pisino, in Istria, che ha dovuto costatare che i conti dell'azienda sono bloccati da quasi otto mesi e che dunque non resta altra soluzione che applicare la legge sulla bancarotta. I circa 1.200 operai, da mesi in sciopero, saranno licenziati nei prossimi giorni. È probabile che nelle prossime settimane anche il cantiere del 3. maj di Fiume, parte dello stesso gruppo aziendale di quello di Pola, possa subire la stessa sorte.

Due mesi fa il governo aveva accettato in via preliminare la proposta di ricapitalizzazione dei due cantieri navali da parte di un partner strategico, il cantiere Brodosplit di Spalato in cooperazione con la Fincantieri italiana. Nel frattempo i calcoli di questa ristrutturazione hanno mostrato che allo Stato croato l'operazione sarebbe potuta costare circa un miliardo di euro, cifra che il governo non era pronto a investire. Il costo del fallimento peserà comunque sulle casse pubbliche, dato che lo Stato è impegnato per centinaia di milioni di euro tramite garanzie bancarie accordate alla società negli ultimi anni. Le due strutture produttive versano da mesi in una grave crisi di insolvenza, conseguenza dalle ingenti perdite generate negli ultimi due anni. Il mese scorso dodici ex dirigenti e manager dei due stabilimenti industriali sono stati arrestati per malversazioni e frode nella loro gestione.

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