(ANSAmed) - IL CAIRO, 17 APR - Pur in due continenti diversi,
Italia ed Egitto parlano "la stessa lingua" in fatto di tutela
della proprietà intellettuale rendendo agevole per le imprese
italiane operare nel paese nordafricano anche se un' "analisi
preventiva" è sempre necessaria su "singoli aspetti".
Lo ha ricordato il docente universitario Matteo Dragoni dello
studio BonelliErede, intervenendo martedì a una conferenza
organizzata al Cairo dall'Ambasciata d'Italia in occasione della
Giornata mondiale della proprietà intellettuale.
"I due paesi parlano in qualche modo la stessa lingua", hanno
"regole standard di base" che "sono quasi identiche" perché
sancite "da convenzioni internazionali", ha notato ancora
Dragoni, che insegna Diritto industriale all'Università di
Pavia.
"Questo è molto importante perchè, se i sistemi fossero
molto diversi, sarebbe difficile operare" in Egitto "in maniera
semplice", "trasparente", "chiara", ha sottolineato Dragoni, che
è anche avvocato in Italia e New York, avvertendo però che
"questo non vuol dire" che "le norme siano esattamente
identiche" nei due Paesi.
Comunque "non c'è bisogno ogni volta di fare un'analisi
preventiva" sulla normativa, se non "su singoli aspetti", "molto
più specifici", su cui quindi serve "un certo tipo di indagine",
ha detto ancora il collaboratore del Dipartimento di proprietà
intellettuale di BonelliErede.
Questo è il "principale studio internazionale italiano" che
da tre anni opera con uffici anche al Cairo (in collaborazione
con Bahaa-Eldin Law Office) "su tutte le aree del diritto", ha
ricordato Riccardo Bicciato, partner di BonelliErede basato al
Cairo, in apertura della conferenza dal titolo "Intellectual
Property Protection in Italy and Egypt".
Per sottolineare la rilevanza del tema, Dragoni ha
evidenziato che - sebbene siano considerati "lontano dal diritto
di proprietà intellettuale" - anche "tutti contratti di appalto,
sia privati, sia pubblico-privati, sia pubblici, hanno delle
componenti di proprietà intellettuale fortissime": ad esempio le
"tecnologie brevettate" ma pure i "disegni architettonici" e
"ingegneristici".
E questo ha un risvolto molto pratico: "se l'appaltatore non
viene pagato ma ha fornito tecnologia brevettata" o "coperta da
segreto o da diritti della proprietà intellettuale di altro
tipo", come appunto "il diritto di autore sui progetti", questi
potrà rendere difficile al moroso utilizzare l'opera dato che
"costituirà una contraffazione", ha sostenuto Dragoni.
(ANSAmed).
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Egitto: BonelliErede, proprietà intellettuale ben tutelata
Dragoni, regole simili all'Italia ma attenzione ai dettagli