(ANSAmed) - NAPOLI, 3 APR - La filiera dell'energia elettrica
italiana, dalla produzione alla manifattura, conta 30 miliardi
di euro di valore aggiunto, di cui solo il 118% nel Mezzogiorno,
e produce 177 miliardi di fatturato. Nel settore ci sono 23.500
imprese attive per circa 215.000 addetti. Questi alcuni dei dati
che emergono dal primo "Med & Italian Energy Report" presentato
oggi a Napoli da Srm (Studi e Ricerche per il Mezzogiorno) del
gruppo Intesa San Paolo.
Il rapporto evidenzia come il mezzogiorno consumi di meno
visto il, gap produttivo con il resto del Paese ma costituisca
la riserva energetica del Paese: l'estrazione è concentrata
quasi tutta nel Sud con la Basilicata che da sola pesa per l'84%
della produzione a terra di petrolio e gas, seguita dalla
Sicilia (9,6%). Il Sud da solo produce il 50% circa del totale
dell'elettricità da fonti rinnovabili (eolica, solare,
bioenergie e geotermica).
Dal convegno è emerso anche il ruolo internazionale che il
Paese può giocare nel settore. "L'Italia - ha sottolineato il
presidente della Compagna di San Paolo Francesco Profumo -
diventa sempre più strategica all'interno del Mediterraneo, da
cui passa il 35% delle risorse energetiche mondiali, un numero
che sarà in aumento. Dallo studio di Srm emerge come il
passaggio per il Mediterraneo di diverse risorse energetiche può
costituire una grande ricchezza su cui il Sud e Napoli, in
particolare, assumono un ruolo centrale". Dallo studio emerge
anche che l'Italia importa dall'estero il 78,6% di combustibili
fossili ma sta lavorando per sviluppare efficienza e risparmio
energetico e fonti rinnovabili, la cui quota sulla produzione
lorda elettrica è passata dal 17% del 2007 al 36%. "I numeri -
ha spiegato Massimo De Andreis, direttore generale di Srm -
spiegano come l'energia sia un tassello fondamentale per
crescita e sviluppo,
e che l'Italia giochi un ruolo determinante come piattaforma
logistica nel Mediterraneo ma anche energetica visto che la
maggior parte delle pipeline dal Nordafrica arrivano da noi". Il
presidente di Srm, Paolo Scudieri, ha sottolineato come "la
competitività di un Paese si gioca non solo sulle capacità delle
imprese ma anche, e forse soprattutto, sui costi e
approvvigionamenti dell'energia e sull'efficienza della catena
logistica". Nel corso del convegno di presentazione è emersa
quindi la centralità dei porti, ma anche delle Zes che puntano
ad attrarre investitori nel Mezzogiorno: "Il nostro impegno - ha
evidenziato Francesco Guido, direttore regionale di Campania,
Basilicata, Calabria e Puglia di Intesa San Paolo - è di
rivolgerci ai fenomeni più importanti per lo sviluppo come le
zes di Napoli, Taranto e Bari per cui abbiamo già stanziato un
plafond di 1,5 miliardi di euro. Sosterremo le zes anche con un
roadshow che avrà la prima tappa il 15 e 16 aprile a Dubai per
attrarre investimenti".
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Energia: Italia dipende da import fossili,cresce rinnovabile
Profumo, Hub strategico in Mediterraneo può costituire ricchezza