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Croazia: torna acuta crisi dei cantieri navali Pola e Fiume

Cancellati ordinativi, difficoltà pagamento stipendi

Redazione Ansa

ZAGABRIA - Dopo un mese di calma, la situazione nei due maggiori cantieri navali croati, l'Uljanik di Pola in Istria, e il 3. maj di Fiume, è di nuovo critica dopo una serie di cancellazioni di grandi ordinazioni estere e dubbi sulla possibilità di trovare la liquidità per gli stipendi dei circa quattromila operai.
Le due strutture produttive, parte di uno stesso gruppo aziendale, da mesi versano in una grave crisi che rischia di portarle al fallimento dopo una tradizione centennale di quest'industria in Croazia. La crisi è conseguenza dalle ingenti perdite generate negli ultimi due anni, stimate a circa 300 milioni di euro. Ad agosto gli operai hanno scioperato due settimane per protestare contro i dirigenti delle società che hanno portato i due cantieri al limite della bancarotta. A loro in piazza si sono unite anche migliaia di cittadini che accusavano i politici locali e nazionali di aver agevolato la cattiva gestione delle società, per quasi il 25 per cento di proprietà dello Stato croato. Il versamento degli stipendi è stato possibile solo dopo una garanzia del governo di Zagabria per un prestito bancario urgente.
Nel frattempo l'Uljanik di Pola si è visto disdire sei commissioni per navi e il conto bancario bloccato per mancati pagamenti a società dell'indotto. Dal governo hanno fatto sapere che per ora non ci sono modi per trovare liquidita' per gli stipendi di settembre, mentre si attende il parere della Commissione europea sul piano di ristrutturazione dei due cantieri navali. Il premier Andrej Plenkovic ha detto oggi di essere a favore della sopravivenza dell'industria cantieristica in Croazia, ma che le enormi sovvenzioni statali non possono più continuare e che i due cantieri dovranno trovare un modello basato sulle leggi del mercato. Tra le possibili soluzioni si discute anche della separazione delle due strutture con la vendita di 3. maj a Fiume, dove la situazione è più stabile, a un partner strategico estero, e un possibile fallimento invece del cantiere di Pola. 

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