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Fmi: area Mena investa su pmi e creazione lavoro

Puntare su infrastrutture per attirare investimenti esteri

Redazione Ansa

NAPOLI - L'area Mena (Medio Oriente e Nord Africa) che ha la seconda popolazione più giovane del mondo dopo l'area sub-sahariana, ha bisogno di riforme per creare lavoro per i giovani e tagliare la disoccupazione. Lo afferma il Fondo Monetario Internazionale sulla base delle proiezioni che parlano di 5,5 milioni di nuovi lavoratori che raggiungeranno l'area Mena ogni anno per i prossimi cinque anni. "La sfida più importante che l'area Mena sta affrontando - si legge in una nota del Fondo - è lo sforzo di creare un futuro basato sulla crescita inclusiva e sulla creazione di lavoro.
Negli ultimi cinque anni, la popolazione in età lavorativa della regione è cresciuta di 50,2 milioni e 27,6 milioni di persone si sono unite alla forza lavoro, ma l'occupazione è cresciuta nello stesso periodo solo di 25,4 milioni di posti di lavoro". Con il 60% della popolazione che è sotto i 30 anni, l'area ha difficoltà ad assorbirli nel mercato del lavoro e infatti i tassi di disoccupazione restano alti: dopo aver superato l'11.5% all'inizio degli anni 2000, la disoccupazione si è ora attestata a una media del 10,6% nel 2016, molto più alta rispetto al 7,2% delle economie avanzate e al 9,8% dei Paesi emergenti. Secondo l'analisi del Fmi "se la regione riuscisse ad aumentare dello 0,5% il tasso di crescita dell'occupazione ogni anni, la crescita del pil accelererebbe fino a 5,5% l'anno e gli introiti pro capite del 3.8% l'anno. Senza questi cambiamenti, però, la disoccupazione potrebbe raggiungere il 14% entro il 2030". Tra i problemi evidenziati dal Fondo che frenano la crescita dell'occupazione ci sono l'accesso limitato ai finanziamenti per le piccole e medie imprese,, il livello basso degli investimenti diretti esteri e l'instabilità politica.
Spingere l'accesso al credito per le pmi a un livello simile a quello dei Paesi emergenti poterebbe a un aumento di 300 miliardi di dollari degli investimenti del settore privato nella regione, che ha però la più bassa concentrazione di prestiti alle pmi. Il più grande datore di lavoro dell'area Mena resta quindi il settore pubblico, dato che ostacola la crescita del settore privato, che è vitale per la crescita economica: il settore pubblico impiega in media l'8% della forza lavoro nei Paesi Mena importatori di petrolio e il 13% della penisola arabica, dati molti più alti del 5% dei Paesi emergenti. Scarsi anche gli investimenti esteri diretti: nel periodo 2010-2015 questi sono calati del 53%, mentre in Sudamerica e nei Caraibi sono saliti dell'11% e nell'africa sub-sahariana del 76%. "Aumentare gli investimenti diretti esteri - spiega il Fondo - fino alla media dei Paesi emergenti richiederebbe l'arrivo di 40 miliardi di dollari". Un altro punto affrontato nell'analisi è il bisogno dell'area Mena di aumentare la raccolta fiscale ed eliminare i sussidi energetici, per raccogliere fondi da investire nello sviluppo economico e infrastrutturale. "Per ogni punto percentuale di pil speso in sussidi energetici che viene invece investito in spesa per infrastrutture, ci sarebbe una crescita del pil di 2 puti, cosa che porterebbe alla creazione di almeno mezzo milione di posti di lavoro", spiega il rapporto.

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