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Africa, industrializzazione contribuirà a fermare migrazioni

Confindustria Assafrica, migranti 'indispensabili' futuro Europa

Redazione Ansa

(ANSAmed) - ROMA - Creare industrializzazione in Africa, grazie al supporto delle piccole e medie imprese italiane, significa "creare occasioni di lavoro e ridurre l'emigrazione dei giovani dall'Africa verso l'Europa". A sostenerlo è Pier Luigi D'Agata, direttore generale di Confindustria Assafrica & Mediterraneo, associazione imprenditoriale italiana che riunisce, rappresenta e supporta le imprese italiane operanti o interessate a svilupparsi nei 70 Paesi del Mediterraneo, Africa e Medio Oriente. Parlando ad ANSAmed, D'Agata ha sottolineato che la cooperazione allo sviluppo sostenibile è un tema centrale per il futuro dell'Africa e per evitare la fuga dei giovani dal continente con i flussi migratori, che in ogni caso rimangono "un'opportunità necessaria e indispensabile" per il futuro del continente europeo.

"Tutte le proiezioni internazionali ci dicono che la popolazione africana aumenterà di 1,3 miliardi di persone nel giro dei prossimi 33 anni. È chiaro che a questi giovani bisogna dare un lavoro, in un tempo che è un lampo nella storia", ha sottolineato D'Agata. "Uno dei punti centrali dello sviluppo dell'Africa è la sua industrializzazione, perché è un continente ricchissimo che ha delle potenzialità enormi di occupazione, solo che esporta le proprie materie prime e cede le proprie terre". Di fronte a questo panorama, "l'industrializzazione dell'Africa è centrale, per trasformare l'economia sul posto e creare occupazione. Non esportare materie prime e cervelli, ma creare sviluppo" con il supporto e know-how delle piccole e medie imprese italiane, "che sono ricchissime di esperienza, hanno un range di produzione merceologica molto ampio e un modello di produzione unico al mondo, che in 60 anni ha portato l'Italia a essere il secondo Paese manifatturiero d'Europa".

Confindustria Assafrica "sviluppa una serie di progetti" per lo sviluppo dell'Africa, è il più importante è quello di "mettere in relazione le aziende sia dell'Africa sia dell'Italia per lavorare insieme. Il nostro modello è quello delle joint venture tra piccole e medie imprese", sottolinea D'Agata ad ANSAmed. Gli imprenditori italiani, attraverso "un rapporto di conoscenza con le realtà e i mercati locali, fanno un'opera di sviluppo endogeno delle economie" in Africa. I finanziamenti pubblici e le rimesse "non bastano, serve uno sviluppo interno che nasca dall'economia locale". In ogni caso il fenomeno dei migranti "è un'opportunità importante, necessaria, indispensabile per l'Europa", che è in declino demografico rispetto all'Africa in crescita demografica. "Contrastare questa tendenza storica è impossibile, vanno gestiti gli approcci di breve termine, ma senza questa prospettiva di medio-lungo periodo, per l'Europa non c'è scampo", sottolinea D'Agata. La migrazione è "un'opportunità, nell'ambito di un'accoglienza organizzata e solidale. Se l'Europa vuole crescere, deve avere un progetto politico" da questo punto di vista.

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