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Albania: proprietà media in poche mani e con legami politici

Studio Rsf, 4 proprietari sia per tv che giornali principali

Redazione Ansa

(ANSAmed) - TIRANA, 13 MAR - In Albania il mercato mediatico è controllato da un piccolo gruppo di proprietari dai forti legami politici: lo riferisce uno studio realizzato da Reporter senza frontiere e Birn (rete dei giornalisti investigativi nei Balcani) presentato oggi a Tirana.

I risultati dello studio rivelano che "le principali emittenti tv che insieme si dividono circa la meta' dello share, sono di proprietà di sole quattro persone". Per quanto riguarda le trasmissioni digitali, rivela ancora il rapporto, tre soggetti hanno ottenuto cinque licenze, tre delle quali andate ad uno solo di loro. Per le emittenti radio, quattro proprietari controllerebbero oltre il 63 per cento del totale degli ascolti.

Per quanto riguarda la stampa, sono sempre quattro i proprietari dei quotidiani, che si dividono il 43 per cento dei lettori. Tra le dodici principali testate prese in esame, il 54 per cento del mercato sarebbe controllato da un unico editore. Secondo lo studio, inoltre, l'Autorità per i media audiovisivi sarebbe "direttamente o indirettamente influenzata dagli attori politici ed economici".

In Albania, quasi tutti i proprietari dei media sono imprenditori con interessi in vari settori dell'economia, e spesso gli organi mediatici vengono utilizzati come strumenti per facilitare loro l'accesso agli appalti pubblici o per ottenere favori dalle istituzioni pubbliche.

"I risultati ottenuti dimostrano che praticamente il mito secondo cui i media albanesi rappresenterebbero un pluralismo di punti di vista, non esiste", ha dichiarato la direttrice esecutiva di Birn Albania, Kristina Voko. Mentre per il direttore del progetto di Monitoraggio della proprietà dei media di Reporter senza frontiere, Olaf Steenfadt, "dopo tanti anni di transizione ed importanti contributi da parte della comunità internazionale, il panorama mediatico albanese sembra deviare dalla via dell'indipendenza" e del "pluralismo". (ANSAmed).

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