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Egitto: studio, settore marmo verso aumento del 15% in 2020

Evento Veronafiere al Cairo, interesse per tecnologia italiana

Redazione Ansa

(ANSAmed) - IL CAIRO, 14 FEB - ''Le previsioni di sviluppo del settore lapideo'' egiziano ''a breve e lungo termine restano positive, sia per il trend di crescita mondiale, sia per le potenzialità del mercato interno''. È quanto evidenziato nella seconda edizione dello studio ''Marble, Granite, Travertine and Natural Stone in Egypt'' di Carlo Montani, uno dei massimi esperti internazionali del comparto lapideo.

''Una proiezione ragionevole nella prospettiva 2020 consente di ipotizzare una crescita del 15 per cento, pari a circa 750 mila tonnellate grezze, con un export in grado di incrementare ulteriormente la quota di prodotto con valore aggiunto'', sostiene lo studio.

La ricerca verrà presentata nel corso del 2/O ''Marmomac Egyptian Stone Summit'', in programma nell'ambito di ''Marmomac Samoter Egypt - Forum for the Construction Industry'' organizzato al Cairo da Veronafiere, in collaborazione e con il supporto di ICE Agenzia, domenica e lunedì prossimi, 18 e 19 febbraio.

Il programma prevede seminari tecnici e visite sul campo organizzate dalla società veneta, forte della propria expertise nel campo del marmo, delle tecnologie della pietra e del design (Marmomac) e in quello delle macchine per costruzioni (Samoter).

Viste le previsioni di sviluppo del settore egiziano, lo studio di Montani esorta a ''considerare con attenzione il ruolo della concorrenza, a cominciare da quelle della ceramica e delle pietre artificiali''. Nel primo caso, va sottolineata ''la notevole flessione fatta registrare nel 2016 dall'import di piastrelle, pari a circa due quinti, mentre l'export della pietra artificiale è in forte aumento, ma sempre lontano dai massimi storici per il ristagno di alcuni mercati tradizionali come Libia e Siria''.

''Il mercato di sbocco prioritario di marmi e pietre d'Egitto, nonostante la minore ricettività complessiva, rimane la Cina, che nel 2016 ha ricevuto il 56 per cento dell'export grezzo egiziano in valore, ed un terzo delle relative quantità, mentre la distribuzione del prodotto finito è più articolata, col massimo valore medio conseguito negli Stati Uniti, ma con cifre assolute ancora modeste'', aggiunge lo studio.

Fra gli altri ''Paesi destinatari, un ruolo importante compete logicamente, se non altro per ragioni di contiguità geografica, all'area del Golfo, con un buon livello di domanda del prodotto finito da parte di Kuwait, Arabia Saudita, Emirati e Qatar, ed il mantenimento di un flusso storico di vendite rilevanti anche in Libano''.

Per quanto riguarda l'import di tecnologie, un'ampia maggioranza degli acquisti continua ad essere appannaggio dei due Paesi leader, vale a dire Italia e Cina, mentre gli altri fornitori esprimono posizioni marginali, con operazioni complementari di qualche rilievo soltanto per l'impiantistica proveniente da Germania e Spagna''. ''Al contrario, è notevolmente più articolato l'import di beni strumentali, con l'Italia in posizione di maggioranza relativa, seguita dalla Germania e dalla stessa Cina'', scrive ancora Montani. (ANSAmed).

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