(ANSAmed) - ZAGABRIA, 30 GEN - La costruzione del ponte di
Peljesac, nel sud della Dalmazia, il più grande progetto
infrastrutturale in Croazia, e uno dei maggiori investimenti
pubblici quest'anno in Europa, è stata assegnata a seguito di un
bando alla ditta statale cinese China Road and Bridge
Corporation (Crbc).
La scelta di 'Strade croate' (Hc), azienda di proprietà dello
Stato, ha suscitato però polemiche, ricorsi degli altri
offerenti, inclusa la Astaldi italiana, e voci di una presunta
insoddisfazione della Commissione europea dato che
l'investimento sarà cofinanziato all'80% dai fondi europei.
Per collegare con un ponte lungo quasi 2,5 chilometri la
costa dalmata con la penisola di Peljesac, e in questo modo
connettere la exclave di Dubrovnik, la perla dell'Adriatico
croato, alla rete autostradale nazionale, evitando di passare
per la piccola tratta di territorio bosniaco a Neum, la ditta
cinese ha fatto un offerta di quasi 280 milioni di euro, di gran
lunga inferiore a quelle dei concorrenti. La Strabag austriaca
ha calcolato i costi a 345 milioni, mentre l'offerta del
consorzio italo-turco, composto da Astaldi e CT Ictas, era di
333 milioni.
Le due compagnie hanno presentato ricorso sostenendo che
l'offerta cinese è un esempio di "dumping dei prezzi" e di
concorrenza sleale dato che la Crbc è di proprietà pubblica ed,
essendo registrata fuori dall'Unione europea, può usufruire di
notevoli sussidi statali, proibiti in Europa.
Secondo i ricorsi la Crbc voleva a tutti i costi vincere il
bando perché la vera motivazione è entrare nel mercato europeo.
Secondo la stampa di Zagabria, da Bruxelles sarebbe stato
indirettamente inviato un segnale negativo al governo croato,
per aver scelto per un progetto di tali proporzioni, inoltre
cofinanziato dai fondi europei, una azienda non europea.
Oggi l'ambasciatore della Cina a Zagabria, Hu Zhaoming, in
una conferenza stampa ha detto di "non essere sorpreso dai
ricorsi", da lui definiti "privi di fondamento", ricordando che
lo stesso governo croato aveva inizialmente stimato i costi del
ponte a 240 milioni di euro, stima poi avvallata dall'Ue.
"I concorrenti della Crbc sapevano dall'inizio che si tratta
di una ditta di proprietà statale, e non hanno mai obiettato a
questa circostanza, fino ad ora", ha aggiunto l'ambasciatore. I
ricorsi, secondo Hu, hanno una motivazione nascosta di natura
"politica", dato che il bando è stato vinto da una società
cinese.
La controversia sarà risolta nei prossimi mesi dalle autorità
competenti croate. I ricorsi hanno comunque per ora fermato la
firma del contratto e ritardato di almeno un paio di mesi
l'inizio dei lavori. (ANSAmed).
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Croazia: a cinesi di Crbc costruzione nuovo ponte, polemiche
Aziende europee denunciano concorrenza sleale