Spagna: tellurio sottomarino riaccende tensioni con Marocco
Il più grande giacimento noto è nel mare del Sahara Occidentale
(ANSAmed) - MADRID, 11 LUG - Il più grande giacimento
sottomarino di tellurio finora noto, il nuovo oro utilizzato
dall'industria di alta tecnologia, ravviva le tensioni fra
Spagna e Marocco. La decisione, adottata giovedì scorso dal
governo di Rabat per decreto, di estendere la propria sovranità
alle acque territoriali del Sahara Occidentale ha suscitato
preoccupazione sia nel Fronte Polisario che nel governo delle
Canarie, dopo il ritrovamento di minerali strategici sul monte
sottomarino 'Tropic'. Quest'ultimo è localizzato a 250 miglia a
sudovest delle Canarie, alle quali appartiene geologicamente,
pur rientrando nel mare del Sahara Occidentale. Per il delegato
del Fronte Polisario nelle Canarie, Hamdi Mansor, citato dal
quotidiano Abc, è "una flagrante violazione" dello status di
territorio non autonomo del Sahara Occidentale. La senatrice del
partito Nueva Canarias, Maria José Lopez, ha messo in guardia
contro "le pretese espansioniste marocchine" e l'evidente
scontro d'interessi economici. Da parte sua, Podemos ha
denunciato "l'appropriazione" da parte del Paese magrebino di
spazi marittimi del Sahara Occidentale, in "una chiara
violazione" del diritto internazionale e della sentenza del
Tribunale di Giustizia dell'Unione Europea del 21 dicembre 2016
sull'autonomia saharawi. In una nota, il partito di Pablo
Iglesias evidenzia che il decreto approvato da Rabat entra in
conflitto anche con gli interessi spagnoli e degli abitanti
delle Canarie, sia in materia di risorse naturali, "per le
prospezioni di minerali come il tellurio e il petrolio nella
zona", sia per quanto riguarda la protezione dell'ambiente. E
reclama al governo di Mariano Rajoy di "non consentire la
politica di fatti consumati" del Regno del Marocco, né
violazioni del diritto internazionale, ribadendo "la difesa
della libera determinazione del popolo saharawi.
Il ministro spagnolo degli esteri, Alfonso Dastis, ha ribassato
i toni della polemica, sostenendo che il decreto col quale Rabat
incorpora il mare del Sahara Occidentale alle sue acque
territoriali "non incide per nulla" sulla delimitazione degli
spazi marittimi fra la Spagna e il Marocco, che "continuerà ad
essere di mutuo accordo". In una conferenza stampa, in occasione
del decimo anniversario di Casa Africa, Dastis ha parlato di "un
adeguamento tecnico" derivato dalla necessità di attualizzare le
norme marocchine in materia, dato che quelle in vigore finora
erano precedenti alla Convenzione delle Nazioni Unite sul
Diritto del Mare, del 1982.
Nel 2014 la Spagna ha chiesto all'Onu di estendere la sua Zona
Economica di Esclusione di 200 miglia nautiche alle 350 miglia,
a fronte della pretesa del Marocco di estendere la sua
piattaforma continentale. Ma in attesa che l'organizzazione
internazionale si pronunci nel merito, né Madrid né Rabat
possono reclamare l'uso dei fondali marini in quell'area,
rientrante nelle acque del Sahara occidentale. Stando alle
prospezioni sulla dorsale dell'Atlantico, si stima ci siano
2.670 tonnellate potenziali di tellurio e sette Paesi - Spagna,
Francia, Germania, Russia, Cina, Corea del Sud e India - hanno
ottenuto permessi di sfruttamento del metallo. Da parte loro, il
Fronte Polisario e organizzazioni come Western Sahara Ressources
Watch hanno denunciato il Marocco davanti a giurisdizioni
internazionali per il presunto sfruttamento illegale di risorse
del territorio saharawi.
(ANSAmed)
XDP
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