(ANSAmed) - ROMA, 14 GIU - Tra il 2015 e il 2030 si stima che
6,5 mila miliardi di dollari di rimesse saranno inviati a Paesi
a basso e medio reddito. Una cifra che può contribuire
significativamente agli obiettivi di sviluppo sostenibile
dell'Agenda 2030 delle Nazioni Unite. Questo uno dei dati
presenti nel rapporto "Sending money home" dell'International
Fund for Agricultural Development IFAD, che analizza l'andamento
delle migrazioni e dei flussi delle rimesse nel periodo
2007-2016.
Secondo il rapporto, le rimesse regolari aiutano la maggior
parte delle famiglie a superare la soglia della povertà. I 3/4
delle rimesse sono utilizzate per coprire bisogno primari,
mentre più di 100 miliardi di dollari sono utilizzati per
coprire obiettivi di lungo termine come l'istruzione e la salute
(10%), i risparmi e gli investimenti in settore immobiliare,
asset e altre attività che generano reddito (15%).
Le rimesse globali ai Paesi in via di sviluppo sono aumentate
del 51% negli ultimi 10 anni, mentre il numero di migranti di
quei stessi Paesi è aumentato del 28%. In Europa le rimesse (5%)
e la migrazione (19%) hanno la minore crescita di qualunque
altra regione. Negli ultimi 10 anni le rimesse sono cresciute di
circa 4,2% all'anno, da 296 miliardi di dollari del 2007 a 445
miliardi del 2016. Sono circa 200 milioni i migranti da Paesi a
basso e medio reddito che inviano denaro alle loro famiglie, di
cui le donne sono circa la metà. Si stima che circa 800 milioni
di persone in tutto il mondo siano supportate direttamente da
rimesse, per un totale di circa un miliardo di persone
coinvolte: una persona su 7 nel mondo.
I 10 principali Paesi di invio, secondo i dati del 2015, sono
Stati Uniti, Arabia Saudita, Russia, Emirati Arabi Uniti (dato
2014), Germania, Kuwait, Francia, Qatar, Gran Bretagna e Italia.
L'Europa è la principale risorsa di rimesse per alcuni Paesi
fragili dell'Asia, Africa e Medio Oriente.
I guadagni totali del lavoro migrante sono stimati essere di
circa 3 mila miliardi di dollari l'anno, di cui circa l'85%
resta nel Paese di invio. Per le famiglie che ricevono il
denaro, le rimesse rappresentano circa il 60% del reddito. L'80%
del totale sono ricevute da 23 Paesi, primi tra tutti Cina,
India, Filippine, Messico e Pakistan. Per 9 Paesi, le rimesse
equivalgono a più del 20% del Pil. Per quanto riguarda i costi
di trasferimento, per un invio di 200 dollari, il costo medio è
del 7,45%, un abbassamento rispetto al 9,8% del 2008 ma comunque
alto rispetto all'obiettivo del 3%, con il quale le famiglie
risparmierebbero 20 miliardi di dollari l'anno. Circa 2/3 dei
migranti che inviano le rimesse sono ancora in grado di
risparmiare, e il 15% delle rimesse che inviano sono utilizzate
per attività di aumento del reddito. Anche le famiglie che
ricevono le rimesse risparmiano, per almeno un 10% all'anno, in
modo informale.(ANSAmed).
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IFAD, entro 2030 rimesse arriveranno a 6,5 mila mld dollari
Rapporto "Sending money home", crescono rimesse più di migranti