(ANSAmed) - TUNISI, 27 APR - Le agitazioni sociali che hanno
vissuto i paesi arabi in questi ultimi anni testimoniano una
grande incapacità dei governi, in società tipicamente
caratterizzate da un'alta percentuale di giovani, a rispondere
in senso positivo ai bisogni e alle attese di questi ultimi.
Di fronte all'assenza di prospettive nel breve e nel lungo
periodo alcuni di questi giovani spesso vedono l'emigrazione
come unica via di uscita e ne fanno un'obiettivo da raggiungere
a tutti costi, anche a prezzo di enormi sacrifici. Un recente
studio del "Centre de la Femme arabe pour la formation et la
recherche (Cawtar) condotto nell'ambito del progetto Sahwa
(Risveglio), esplora le prospettive e le opportunità dei giovani
di cinque paesi (Algeria, Egitto, Libano, Marocco e Tunisia),
analizzando un campione di 10.000 persone tra i 15 e i 29 anni.
Per quanto riguarda i tunisini, lo studio rivela che il
48.3% dei fattori legati alla migrazione sono di carattere
economico. Interrogati sui motivi che li spingono a volersi
trasferire in un altro paese le loro risposte sono, in ordine di
preferenza: mancanza di opportunità professionali in Tunisia,
(41,9%), cattive condizioni di vita (18,8%), guadagni inferiori
a quelli all'estero (15,3%), possibilità di studio e formazione
insufficienti (9,8%), aiutare la famiglia (4.8%), sfuggire alla
pressione e ai problemi famigliari (4,1%), mancanza di
opportunità di acquisire esperienza (3,7%), situazione politica
e della sicurezza (1.7%).
Per le donne in particolare, lo studio mostra che il 33,5%
delle giovani tunisine tenta di emigrare per la prospettiva di
un diverso stile di vita in generale.
Questi risultati dimostrano che, pur restando preponderante,
il fattore economico e professionale non è il solo a spingere i
giovani tunisini ad emigrare, e vi aggiunge anche un sentimento
di frustrazione per la mancata inclusione nel ruolo di cittadini
attivi.
In effetti lo studio rivela un senso di esclusione dalla
partecipazione alle decisioni politiche del Paese, oltre ad una
discriminazione riguardo al fruizione culturale basata
soprattutto su genere e disparità sociali. I giovani delle
regioni sfavorite hanno infatti meno possibilità di accesso a
spazi di divertimento a alle attività culturali rispetto a
quelli delle grandi città, e le ragazze ancor meno poiché per
loro è più difficile, per ragioni anche di carattere sociale,
frequentare le "maisons de jeunes" (strutture statali per i
giovani presenti in tutto il paese) o dedicarsi ad alcune
attività culturali.
Mancanza di prospettive nel loro cammino verso l'indipendenza
dalle famiglie, senso di esclusione e di insufficiente
valorizzazione, sono tutti fattori che mostrano come i giovani
tunisini restino in attesa di un riconoscimento delle loro
aspettative e di risposte concrete da parte delle autorità che
andrebbero prese nel più breve tempo possibile. (ANSAmed)
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Migranti: ricerca, cosa spinge i giovani tunisini a emigrare
Fattore economico gioca al 50%, ma pesa anche senso esclusione