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AltaRoma è Med: da Libano a Libia, a creazioni italo-maltesi

26-29/1, Mediterraneo protagonista a kermesse moda capitolina

Una sfiltata del libanese Rani Zakhem

Redazione Ansa

(di Cristiana Missori)

ROMA - Dal Libano all'Algeria, dalla Libia pre-rivoluzionaria al 'Made in MaltaItaly', frutto di una fusione tra artigianato e estro italiano e maltese. ''La moda del resto del mondo'' sbarca nella capitale. La vetrina è quella di AltaRoma (dal 26 al 29 gennaio), la manifestazione capitolina che anno dopo anno, malgrado il calo dei finanziamenti, punta a promuovere i talenti emergenti guidandoli a entrare sul mercato, come ricorda la presidente, Silvia Venturini Fendi. Quattro giorni di eventi e sfilate in programma nelle ex caserme di via Guido Reni, di fronte al Maxxi, che vedranno nomi noti della Haute couture romana - quali Gattinoni o Renato Balestra - e straniera, come il libanese Rani Zakhem, che torna a calcare le passerelle nell'edizione invernale di AltaRoma - e nomi da tenere sottocchio. Fra questi, Krikor Jabotian, giovane promessa libanese di origini armene, formatosi nell'atelier di Elie Saab e Hussein Bazaza, selezionato tra i migliori talenti del Paese dei Cedri dalla Starch Foundation che sostiene gli stilisti più promettenti. A raccontare le loro creazioni e quelle dell'italiano Antonio Grimaldi e dell'Algerino Yacine Aouadi (Aouadi Paris), sarà il fotografo americano Jeff Bark. Altro importante appuntamento sarà 'World of Fashion'.

Quest'anno, spiega ad ANSAmed il direttore artistico, Nino Graziano Luca, a sfilare saranno tre realtà italiane (Azzurra di Lorenzo, Cerrone e Morphè) e due marchi che meritavano di essere conosciuti dal pubblico: ''Rujji, della stilista libica Raja El Rayes, e Ferragiù, realizzato da Juliana Scerri Ferrante, che è anche presidente della Camera della Moda maltese''. ''Conosco Raja da tanti anni - prosegue Luca - e volevo darle visibilità con un'antologica''. In passerella sfileranno gli abiti che raccontano il suo percorso degli ultimi sei-sette anni, prima della caduta del regime di Gheddafi. Ferragiù, invece, ha una storia particolare. ''Ideato in collaborazione con l'Istituto italiano di Cultura de La Valletta'', racconta Luca, il marchio propone un prodotto unico, che unisce il savoir-faire di artigiani maltesi e italiani e tessuti pregiati quali lana e sete del Belpaese. In 18 anni World of Fashion ha accolto ''circa una sessantina di stilisti da 23 Paesi, fra questi: Egitto, Emirati Arabi Uniti, Qatar, Arabia Saudita, Giordania, Libano, Palestina, Albania''. E anche questa edizione abbraccia un tema: ''migranti e fuga dalle guerre''. A simboleggiare questa fuga sarà un'opera - una riproduzione lignea di una barca disegnata da Leonardo Da Vinci - che giungerà da Palazzo della Cancelleria dove è esposta in occasione della mostra ''Leonardo. Il Genio e le Macchine''.

Un modo, conclude, ''per ricordare le migliaia di persone morte nel tentativo di giungere sulle nostre coste e per ringraziare i tanti soccorritori italiani''.

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