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Mo: accordo Anp-Israele per 3G anche in Cisgiordania

Ministro palestinese, è sviluppo settori importanti economia

Redazione Ansa

(di Michele Monni) (ANSA) - TEL AVIV, 30 NOV - In una mossa intesa da molti come un mezzo per diminuire le violenze di questi mesi in cambio di una "pace economica", l'Autorità nazionale palestinese (Anp) e Israele hanno firmato un protocollo d'intesa per consentire anche ai palestinesi l'utilizzo del servizio 3G, l'internet veloce di terza generazione. L'accordo, firmato la settimana scorsa da Yoav Mordechai, Coordinatore delle Attività del Governo nei Territori (Cogat) e dal ministro degli Affari Pubblici dell'Anp, Hussain al-Sheikh, dovrebbe essere attuato entro la seconda metà del 2016 e consentire alla Cisgiordania di non rimanere, insieme a Cuba, l'unica "nazione" senza 3G. "Il primo problema che dobbiamo risolvere - ha spiegato all'Ansa il ministro della Tecnologia e delle Poste Allam Mousa - è la creazione dello 'spectrum' attraverso la costruzione delle infrastrutture fisiche". "Il secondo - ha aggiunto indicando la finestra da dove si intravedono i tetti delle abitazioni dell'insediamento ebraico di Bet El - è il fatto che gli operatori israeliani operano illegalmente nel nostro territorio fornendo un sevizio che dovremmo offrire noi". Da anni gli operatori telefonici israeliani forniscono il 3G per gli abitanti degli insediamenti ebraici nei Territori occupati, ma anche molti palestinesi ne usufruiscono acquistando sul mercato nero le sim card delle principali compagnie israeliane. Secondo Mousa, il nuovo servizio consentirà di "sviluppare settori fondamentali dell'economia: saremo capaci di esportare il nostro know-how all'estero e capaci di attrarre investimenti dall'esterno".

Inoltre, secondo Mousa, il 3G permetterà il progetto e-Government, una piattaforma che attraverso un'app sul telefonino consente di usufruire di servizi -come il pagamento delle bollette o il rinnovo della patente- che oggi richiedono molta burocrazia. Parzialmente soddisfatto, ma critico allo stesso tempo, Sam Bahour, un imprenditore del settore informatico e noto attivista palestinese, che ha definito l'accordo "troppo poco e troppo tardi". "La tecnologia 3G - ha osservato - è in dirittura d'arrivo, il 4G è già disponibile in diverse nazioni e già parzialmente in Israele, i palestinesi dovranno sviluppare un servizio, e spendere circa 35 milioni di dollari, che tra un paio di anni sarà obsoleto. Non credo che l'impatto sul mercato del lavoro sarà consistente, stiamo parlando di alcune centinaia di nuovi assunti, niente di più, e non è chiaro se nuovi operatori verranno inclusi". Al momento Wataniya e Jawwal -i due principali operatori palestinesi- sono stati scelti da Israele come i due fornitori ufficiali. Non è ancora chiaro se il servizio sarà concesso da Israele anche nella Striscia, anche se il ministro Mousa sostiene che l'accordo "riguarda tutta la Palestina, Gaza compresa". (ANSAmed).

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