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Med: nuovo Rapporto Cnr fa punto su economie dell'area

Arrivato a 11/esima edizione, 'dieci anni che sembrano cento'

Rapporto sulle economie del Mediterraneo 2015

Redazione Ansa

(ANSAmed) - ROMA, 4 NOV - Il 'Rapporto sulle economie del Mediterraneo' giunge quest'anno alla 11/a edizione: l'Istituto di Studi sulle Societa' del Mediterraneo (Issm) del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr) lo ha presentato oggi a Roma, sottolineando che i dieci anni dalla prima edizione "sembrano cento, per le tante cose che sono definitivamente scomparse o inevitabilmente cambiate, non sempre in meglio".

Per comprendere meglio tali trasformazioni, il Rapporto 2015 propone all'interno dei diversi capitoli una sintesi degli aspetti più interessanti e originali trattati nelle edizioni precedenti, spaziando da argomenti sia politici che economici e sociali. Sostanzialmente si tratta di uno "uno sguardo ampio su quanto accade nell'area euro-mediterranea, per coglierne mutamenti, crisi, prospettive e aspettative di sviluppo: flussi migratori, relazioni economiche, trasformazioni politiche, rivolte e speranze". Di fatto "una sintesi delle precedenti edizioni per tirare le fila e cercare di dare indicazioni di carattere politico in un momento che e' sia di disintegrazione politica, quanto di integrazione economica", ha affermato nel corso della presentazione Eugenia Ferragina, dell'Istituto di Studi sulle Società del Mediterraneo.

Viviamo un momento di grandi "cambiamenti che richiede uno sforzo culturale che porti a comprendere che siamo in un unica Regione e di conseguenza e' necessario agire in base a nuovi termini, senza lasciare spazio alla logica Nord-Sud, ma piuttosto secondo la visione di una sfida comune da affrontare insieme", ha affermato a sua volta il deputato del Pd Khalid Chaouki, membro della Commissione Esteri e Presidente Commissione Cultura Assemblea Parlamentare - Unione per il Mediterraneo (AP-UpM). Affrontare "un virus come il fondamentalismo e il radicalismo islamico, capace di mettere a repentaglio intere civiltà, come succede in Libia o Siria, è una comune priorità", ha sottolineato Chaouki, aggiungendo che "in questa sfida l'Italia c'è".

Ma per far cogliere appieno la sfida sarebbero utili "un meditato approccio globale, una visione di insieme dei problemi e dello loro aggrovigliate radici profonde e, soprattutto, una responsabile e vincolante assunzione di responsabilità da parte della comunità internazionale e segnatamente da parte dell'Ue", si afferma sin dalle prime pagine del rapporto. In questo quadro, il Rapporto sulle economie del Mediterraneo si presenta come uno strumento particolarmente utile e apprezzato, tanto che affinche' raggiunga una più ampia diffusione si cercheranno risorse affinche' venga tradotto anche in francese, inglese e arabo, come ha annunciato George Saliba, Ambasciatore del Segretariato dell'Unione per il Mediterraneo (ANSAmed).

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