(di Diego Minuti)
(ANSAmed) - ROMA, 14 MAG - L'Algeria sembra essersi ormai
assuefatta, quasi che non ci faccia più caso, al continuo
deprezzamento del dinaro, che, rispetto al dollaro, dal 2
gennaio a ieri ha perso il 10,5 per cento del suo valore,
attestandosi a 87,7 dinari per un biglietto verde.
Un dato, di per sè, eclatante, ma che appare ancora più
preoccupante se si guarda al confronto gennaio 2014/gennaio
2015. Nelle prime settimane dello scorso anno il valore del
dinaro era di circa 78 unità per un dollaro. Quindi, ad oggi,
con un deprezzamento del 20,4 per cento, forse non si può già
parlare di tracollo, ma certo di un pericoloso trend
costantemente al ribasso.
Quanto sta accadendo - ovvero la svalutazione strisciante -
non è conseguenza del confronto sui mercati internazionali tra
il dinaro e le valute di riferimento (dollaro, euro, sterlina),
ma da decisioni che vengono adottate dalla Banca centrale
algerina. Tali valutazioni sono adottate grazie ad un meccanismo
di fluttuazione controllata, conseguenza della valutazione di
parametri che hanno nel prezzo (in dollari) del petrolio
l'elemento più importante. Ed è di tutta evidenza che sta
proprio nel prezzo dell'oro nero, che si sta ora assestando (tra
i 60,50 dollari al barile del Wti ed i 66,81 del brent) comunque
in netto ribasso rispetto ad un anno fa, dopo mesi di caduta
libera.
Ma, per le istituzioni internazionali, il dinaro è ancora
sopravvalutato, tanto che per il Fondo monetario il rapporto con
l'euro dovrebbe essere di 1 a 120, mentre quello attuale è di 1
a 111,7774.
Secondo alcuni analisti e, soprattutto, stando ad autorevoli
esponenti della finanza algerina (come l'ex governatore della
Banca d'Algeria, Abderrahmane Hadj Nacer, che ha affidato le sue
riflessioni al sito Tsa, poco gradite dal suo successore,
Mohamed Laksaci) la caduta del dinaro sembra destinata a
proseguire.
Ed in questo, secondo pareri in qualche modo coincidenti, le
istituzioni finanziarie algerine poco o nulla possono fare
essendo l'economia nazionale condizionata (ma si potrebbe anche
definirla ostaggio) da quel che accade sui mercati mondiali che
decidono i prezzi del petrolio. Insomma, pur essendo un grande
esportatore ed avendo basato la propria economia in grandissima
parte sugli idrocarburi, l'Algeria è quasi uno spettatore mentre
a decidere il prezzo del petrolio sono le grandi speculazioni
internazionali. Tutto questo non dimenticando che l'Algeria paga
una bolletta salatissima per fare fronte, con le importazioni,
alle esigenze del mercato interno. (ANSAmed).
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Algeria: prezzi petrolio affossano valore dinaro
Ma per Fmi moneta è ancora sopravvalutata