(di Diego Minuti)
(ANSAmed) - ROMA, 14 APR - L'allarmante dato del forte calo
degli introiti per le casse dello Stato derivate dalle vendite
di greggio nei mesi di gennaio e febbraio (complessivamente
quattro miliardi di dollari, con il prezzo del barile che in
alcune settimane si è anche dimezzato) sembra avere impresso una
netta accelerazione nel processo di necessaria revisione delle
politiche economiche e finanziarie dell'Algeria.
La prima misura che sarebbe all'esame dell'esecutivo di
Algeri - e che la dice lunga sui timori che la situazione possa
restare delicata anche nel prossimo futuro - è una riduzione nel
volume delle importazioni, in una dimensione numerica che al
momento è difficile da quantificare.
La riduzione delle importazioni, al di là degli effetti
pratici, avrebbe un eco evidente nella percezione della gente di
quanto sta accadendo e di come forse idee, progetti e strategia
generale siano stati sovradimensionati contando nel petrolio e
ritenendolo una ricchezza inesauribile.
Un dato che certamente sta facendo riflettere molti soggetti
- dal mondo della politica, alle aziende di Stato, agli
imprenditori privati - è che, tra la fine del 2013 e la fine del
2014, l'Algeria ha perso ben quindici miliardi di dollari delle
sue riserve in divisa estera.
E sarebbe proprio questo netto ridimensionamento delle
riserve che starebbe spingendo ad intervenire velocemente ed
efficacemente proprio sulle importazioni (pagate in valuta
pregiata, dollaro ed euro) oltre che con la riduzione delle
cosiddette spese di bilancio, la maggior parte delle quali,
però, ritenute non aggredibili da una politica di austerità.
Il timore che si sta facendo lentamente strada è che, nel
2015 e nel caso peggiore anche nel prossimo anno, si ricrei lo
stesso scenario del 2009, quando una crisi finanziaria
internazionale mise in enormi difficoltà economie mondiali
ritenute solidissime, travolgendone quindi anche i partner, che
pagarono colpe non loro e che uscirono dal baratro solo a
distanza di tempo e grazie a scelte non sempre accettate dalla
gente.
Quindi, ora sul vetrino degli esperti economici e finanziari
del governo di Algeri, c'è la bilancia commerciale cui si
tenterà di imporre dei correttivi al fine di non alimentare una
fuoriuscita di divisa pregiata non più sostenibile dallo stato
generale del Paese.
Una scelta che rischia di avere durissimi contraccolpi, anche
perchè potrebbe andare a toccare contratti e commesse già in
essere cui sarà ben difficile trovare una soluzione accettata e
soprattutto condivisa. E quindi, aprendo la strada a contenziosi
internazionali di incerto esito. (ANSAmed).
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Algeria: crisi petrolio spinge verso taglio importazioni
Misura drastica, me ritenuta necessaria per riequilibrio