(ANSAmed) - ROMA, 3 APR - Il negoziato fra la Grecia e i suoi
creditori si avvicina all'ora X, che potrebbe essere fra una
settimana, fra segnali d'allarme - da una rottura con il Fondo
monetario internazionale a un ipotetico 'piano B' per blindare
il sistema bancario e introdurre una valuta parallela - e
continue smentite ufficiali.
Di certo si sa che il governo di Alexis Tsipras sta passando
al setaccio le casse delle controllate pubbliche e dei fondi
pensione, per reperire le risorse necessarie ad affrontare i
prossimi pagamenti. E che il ministro delle Finanze Yanis
Varoufakis porta avanti il negoziato sulle riforme, in vista
della nuova riunione dei tecnici mercoledì, tentando
un'accelerazione di fronte a un'Europa che ostenta calma.
Tsipras, intanto, si appresta a fare le valigie per Mosca dove
lo riceverà Vladimir Putin: il presidente russo, interessato a
un 'rompete le righe' nella coesione europea sulle sanzioni alla
Russia, non sarebbe affatto pronto a sostenere finanziariamente
la Grecia. Ma potrebbe, in un gesto simbolico, allentare
l'embargo sulle importazioni alimentari greche. E fornisce
volentieri la sua sponda ad Atene, in un gioco delle parti
mediatico in cui la Grecia agita lo spettro di un'improbabile
alleanza con Mosca.
Da qui in poi, la vicenda greca è offuscata dalle
indiscrezioni. Ieri la voce secondo cui Atene avrebbe supplicato
l'Europa di anticipare una parte degli oltre sette miliardi
dell'ultima tranche di aiuti e scongiurare così una bancarotta
interna pronta a scattare già giovedì prossimo. Atene ha
prontamente smentito, ma oggi è stata costretta a tornare sul
tema. "Siamo pronti a pagare il 9 aprile", ha detto il
viceministro delle Finanze, Dimitris Mardas dopo che oggi il
Telegraph ha scritto che la Grecia non sarà in grado di far
fronte al rimborso di 458 milioni di euro dovuto al Fondo
monetario internazionale.
Non è bastato. Al coro si è aggiunto lo Spiegel, secondo cui
alla teleconference di mercoledì con gli sherpa dell'Eurogruppo
il rappresentante greco avrebbe praticamente insultato lo staff
del Fmi presente ad Atene. Che, di fronte allo stallo delle
trattative, sarebbe pronto a fare le valigie per lasciare
temporaneamente la capitale greca. Nuova smentita, anche qui,
del ministero delle Finanze, secondo cui Atene avrebbe descritto
con parole di lode il lavoro del personale di Washington, e la
partenza dello staff da Atene sarebbe esclusivamente legata alle
vacanze di Pasqua e alle riunioni del Fmi la prossima settimana
nella capitale Usa.
Il Telegraph, in particolare, scrive che in assenza di un
cedimento da parte dei partner europei, Atene sarebbe pronta non
solo a ritardare il rimborso al Fmi. "Chiederemo le banche e le
nazionalizzeremo, e poi emetteremo dei 'pagherò' se necessario.
ma non diverremo un protettorato della Ue", dice una fonte al
quotidiano britannico. Un'ipotesi, quella dei pagherò, già
circolata nelle scorse settimane: si tratterebbe di una valuta
interna, parallela all'euro, con cui pagare pensioni e altri
adempimenti dei settore pubblico. Idea di dubbia efficacia
secondo molti esperti, così come l'idea di un addio all'euro,
che Goldman Sachs boccia senza mezzi termini come economicamente
non realizzabile. Una eventualità però non esclusa da Cipro,
tanto che Nicosia ha pronto un piano in caso di Grexit. "Voglio
credere che non vi sia un rischio di questo tipo, tuttavia
abbiamo pronto un piano per gestire al meglio ogni possibile
effetto di qualsivoglia scenario nuovo", ha detto il Presidente
cipriota Nikos Anastasiades. Ed è in questo scenario che Atene
si appresta a rinnovare, mercoledì, titoli di Stato a breve in
scadenza emettendo sui mercati 875 milioni di euro: secondo
indiscrezioni circolate questa volta in Grecia, alcuni
investitori esteri avrebbero chiesto al governo di mettere a
disposizione attività a garanzia dei loro soldi, in cambio della
partecipazione all'asta.(ANSAmed).
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Grecia: governo nega rottura con Fmi, pronti a pagare
Tsipras in difesa dopo voci insolvenza e piano valuta parallela