(ANSAmed) - ROMA, 27 FEB - "Il nostro e' un grido d'allarme
verso Stati Uniti ed Europa. Mediterraneo e Medio Oriente hanno
bisogno di un nuovo Piano Marshall, un piano straordinario per
lo sviluppo dell'area. Non solo fondi, ma anche infrastrutture e
soprattutto con l'obbligo di cooperazione". Lo ha affermato
Enrico Molinaro, fondatore e presidente dell'istituto di ricerca
"Prospettive Mediterranee" che ha organizzato ieri e oggi a
Roma, alla Farnesina, il convegno internazionale "Un nuovo Piano
Marshall USA-UE per il Mediterraneo ed il Medio Oriente:
sviluppo economico e politiche di cooperazione" conclusosi
questa mattina.
"Il progetto si propone di convincere Unione Europea e Stati
Uniti a trasferire fondi straordinari e know-how avanzati
necessari allo sviluppo delle popolazioni locali, vincolate dal
loro mutuo impegno a contribuire alla cooperazione pacifica
nella regione - ha aggiunto Molinaro -. Il miglioramento delle
condizioni economiche locali e la conseguente soddisfazione dei
bisogni fondamentali delle persone potrebbe contribuire allo
sviluppo sociale, alla sicurezza dell'area e al rafforzamento
delle fragili istituzioni democratiche nella regione".
L'incontro e' stato aperto da Marco Carnelos, coordinatore
per i processi di pace in Medio Oriente e Siria, MAECI, che ha
sottolineato che "nell'area si sta stabilendo un nuovo ordine e
quello di cui la regione sta facendo esperienza e' molto simile
alle guerre di religione cristiana europee del passato". "Una
buona governance per il futuro - ha aggiunto - e' l'elemento
cruciale su cui puntare insieme a una equa distribuzione delle
risorse e delle opportnita'".
Il convegno ha ospitato esponenti del mondo della politica,
della finanza e dell'energia provenienti in particolate da
Israele e Palestina. Tutti hanno concordato su due punti: lo
sviluppo economico come unica strada per raggiungere la pace e
l'energia come cardine per crescita e sicurezza.
"Lo sviluppo economico dell'area puo' sostenere il processo
politico" ha sostenuto Yarom Ariav, ex Direttore generale del
Ministero della Finanza israeliano. A lui ha fatto eco Saeb
Bamya, ex Deputato del Ministero dell'Economia palestinese,
sottolineando l'importanza della cooperazione e la centralita'
del ruolo dell'Europa nei negoziati di pace.
"Non e' corretto ridurre i problemi dell'area oggi alla presenza
dell'Isis. Il terrorismo e' il risultato di tanti errori
accumulati negli anni da tutti. Lo sviluppo economico pero' puo'
aiutare a ridurre il proselitismo del fondamentalismo islamico"
ha affermato Lhou Lmarbouh, esponente dall'Assemblema
parlamentare del Mediterraneo (PAM) sottolineando anche quanto
sia importante "dar vita a interconnessioni nel mercato e a una
unica comunita' energetica". Nader al Khatib, direttore del
FOEME/EcoPeace (Palestina), invece, ha evidenziato quanto per
essere concreti nella risoluzone dei problemi sia importante
"guadagnare fiducia reciproca".
Sono intervenuti, tra gli altri, Omar Kittaneh, del
Ministero dell'Energia e risorse naturali palestinese, Enrico
Granara, coordinatore per gli Affari Multilaterali del
Mediterraneo e del Medio Oriente, MAECI, Michelangelo Celozzi,
Segretario generale del Med-TSO (Transmission System Operators)
e Oded Eran, ricercatore dell'Institute for National Security
Studies (Tel Aviv) ed ex ambasciatore d'Israele in Europa.
(ANSAmed).
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MO: convegno Farnesina,serve un piano Marshall USA-UE
Solo sviluppo economico e cooperazione porteranno alla pace